sabato 26 maggio 2018

A Copenhagen con Flixbus: la mia esperienza

Flixbus generico in partenza da Copenhagen

A partire da questo post cambia il format dei miei diari di viaggio, che d'ora in avanti saranno redatti in tempo reale direttamente sul bus, kilometro dopo kilometro. Forse l'italiano sarà meno affettato e le figure retoriche meno efficaci, ma conto con questa scelta di fornirvi un report più genuino, di stomaco, perchè frutto delle sensazioni e delle emozioni del momento, che questi viaggi - per un motivo o per l'altro - sanno sempre regalare con generosità. Carichiamo il nostro trolley sul bus ed allacciamo le cinture di sicurezza, ci aspetta un viaggio di oltre 3.500 kilometri!

DA BOLOGNA A ZURIGO

Il bus con il quale comincia questa nuova avventura per le strade europee è pulito e tranquillo, l'autista è cordiale ed il piccolo ritardo di quindici minuti segnalato con un SMS prima della partenza non incide sui piani di viaggio. Al momento del check-in una signora africana, alla richiesta del passaporto, risponde "sì, ce l'ho" ed entra senza mostrarlo all'autista, che cortesemente la ferma spiegandole la necessità di verificarlo. Mi siedo di fianco ad un ragazzo, e la signora davanti a me, forse intuendo la mia altezza, alza gentilmente lo schienale del sedile per farmi stare più comodo. Gli spazi a bordo sono medi, ma anche in due c'è comunque posto sufficiente: da non dimenticare, in caso di necessità, la possibilità poco conosciuta di allontanare i sedili tra loro di 4/5 centimetri, per guadagnare ciascuno una maggiore vivibilità. Belle come sempre le vetrate superiori che lasciano filtrare la luce del sole, ottimo il segnale Wi-Fi, mentre le prese elettriche posto sotto al sedile sono scomode perchè succede di doversi quasi chinare sulle gambe del passeggero seduto di fianco a noi per raggiungerle. Uscendo da Bologna, diretti verso l'autostrada, avviene il tradizionale passaggio da una "piazzola a luci rosse" dove fotografo il camper dove la signorina "esercita"... almeno/purtroppo oggi non capita di vedere professioniste che attraversano la strada in topless, come nulla fosse. 

Il nostro bus (ditta STAV, Pavia) fermo nei pressi di Erstfeld, Svizzera

L'atmosfera all'interno del mezzo è veramente fantastica, il vociare è contenuto, l'aria condizionata è attivata ma non in modo esagerato: ciascun passeggero può comunque controllare l'erogazione agendo sulla propria bocchetta, posta a fianco della luce di cortesia. Faccio un piccolo pisolino fino a Piacenza, mangio uno snack/biscotto Gran Cereale (potrebbe interessarvi qualche consiglio su cosa e come mangiare durante i lunghi trasferimenti in autobus? Fatemelo sapere nei commenti!) e quasi senza accorgercene ci avviciniamo a Milano. La piacevole silenziosità dell'ambiente è interrotta da qualche suoneria o notifica di tanto in tanto, per fortuna non eccessivamente pacchiana: mi viene in mente di chiedere a Flixbus di inserire nel messaggio di benvenuto preregistrato l'invito a silenziare i telefoni o inserire la vibrazione, perchè con questo piccolo accorgimento il comfort di bordo migliorerebbe notevolmente, soprattutto nel corso delle tratte notturne durante le quali riposare può essere una faccenda tanto ambita quanto complicata. Suggestivo il passaggio attraverso la città di Como: a scorci di bellezza unica, come il ponte sul lago di Lugano che attraverseremo di lì a breve, si alternano edifici fatiscenti che sembrano provenire da una realtà differente e lontana. Noto che in occasione della salita di nuovi passeggeri non viene trasmesso alcun messaggio di benvenuto né di presentazione dei servizi di bordo, mentre l'autista si limita ad annunciare con qualche minuto di anticipo l'arrivo in stazione (purtroppo solo in Italiano). Dopo una sosta di dieci minuti in autogrill - vedi foto sopra - arriviamo a Zurigo con un ritardo di settanta minuti. Per fortuna il mio piano di viaggio mi lascia un abbondante margine di quasi tre ore per imbarcarmi alla volta di Colonia/Bonn. Approfitto dunque del tempo a disposizione per esplorare la zona dell'autostazione, facendo una passeggiata per sgranchire le gambe e trovando qualche informazione sul traghetto, compreso nel prezzo di Flixbus, che domani ci porterà dalla Germania ad un caratteristico villaggetto della costa danese (Rodby): non vedo l'ora!

DA ZURIGO A COLONIA/BONN

Il bus a due piani con il quale raggiungerò il bellissimo aeroporto situato a metà strada tra Colonia e Bonn è puntuale e molto spazioso, ideale per la notte. Gli autisti sono gentili (uno dei quali italiano) e non troppo formali, sistemo dunque la valigia nello scomparto che mi viene indicato e salgo al secondo piano, più panoramico, dove trovo tantissimi posti a disposizione. Le fermate prima di giungere all'aeroporto, dove sono già stato di ritorno da Londra, saranno solo quattro, per cui con tutto questo spazio a disposizione (e potendo contare su cuscino gonfiabile, mascherina e tappi per le orecchie) spero di riuscire a schiacciare un pisolino prima dell'arrivo previsto per le 05:30. Di più: in un eccesso di ottimismo, punto addirittura la sveglia del telefono per non rischiare di perdere la fermata (gli autisti comunque controllano il numero degli occupanti in occasione di ogni ripartenza, per cui dovrebbero accorgersi se qualcuno rimane a bordo pur senza averne titolo). 

Bus in autostazione presso l'aeroporto di Colonia/Bonn

Questa volta ho portato con me le gocce oculari Iridil (per evitare il fastidioso bruciore post viaggio che mi prende all'improvviso mentre sono a passeggio in una grande città, dopo una notte insonne) e le salviette rinfrescanti, ideali per una prima "ripassata" di primo mattino. I sedili sono grigio/verdi, il parquet elegantemente scuro, la presa elettrica è del comodo tipo laterale, la gente è apparentemente normale ed il comfort di bordo decisamente elevato. Lasciamo dunque Zurigo sotto un intenso tramonto svizzero, salutati dal messaggio pre-registrato in tedesco, inglese e italiano. A Friburgo sale un gruppo di passeggeri pakistani, inizialmente molto entusiasti e rumorosi, che poi si tranquillizzano abbassando i toni. L'aria che esce dalle bocchette è decisamente artica, ma come sempre bisogna ricordare la possibilità di chiudere o socchiudere le bocchette per agire in modo veloce ed efficace sulla temperatura in corrispondenza del proprio posto. Nel complesso faccio un ottimo viaggio, ci fermiamo addirittura in un parcheggio a Bonn perché siamo in anticipo sulla tabella di marcia. Nel corso della nottata nessuno ha russato pesantemente, ed anche il bagno è risultato poco utilizzato: è solo una questione di fortuna, naturalmente, e Flixbus non può garantire - come avviene con tutti gli altri mezzi di trasporto - che le esperienze dei propri passeggeri saranno sempre così lisce. Come anticipato, arriviamo all'aeroporto di Colonia / Bonn con perfetta puntualità. Lì troveremo bagni puliti, sala d'attesa all'interno dell'aeroporto, tabellone delle partenze e magari la bakery Kampus già aperta, dove l'ultima volta mi allontanai di qualche metro dimenticando il trolley alla cassa e destando qualche preoccupazione nella commessa. Unica pecca di questa tratta, la frequente impossibilità di accedere al Wi-Fi di bordo, problema minore perché in Germania, a differenza della Svizzera, siamo comunque sotto roaming UE e possiamo dunque usufruire della stessa tariffa offerta dal nostro operatore italiano (nel mio caso Poste Mobile, con offerta Creami Revolution 6).

DA COLONIA/BONN A COPENHAGEN

La fermata all'aeroporto di Colonia - Bonn é l'ideale per ricaricare le batterie prima dell'ultima tratta di viaggio che mi porterà per la terza volta nell'amata Copenaghen dove avrò, spero, l'opportunità di assistere ad una partita dei mondiali di hockey su ghiaccio! L'aeroporto è nuovo, veramente bello e ben riscaldato, i bagni sono puliti ed in numero adeguato, e nonostante all'ora del mio arrivo (05:30) i negozi siano ancora chiusi, é già possibile acquistare un paio di paste appena sfornate dal self-service Kampus, presso il quale sono disponibili anche sedie e tavolini per fare colazione (il succo ai mirtilli dell'Eurospin me lo sono portato da casa, però). 

Il nostro bus durante una amena sosta a Bielefeld-Brackwede
Uno dei momenti più suggestivi della giornata di viaggio che mi attende sarà, ne sono certo, la traversata in traghetto dalla Germania alla Danimarca, compresa nel prezzo del biglietto di Flixbus (99€ A/R rispettando le condizioni dell'offerta InterFlix). Arriverò al tramonto a Rodby, porto della località (Rødbyhavn) che permette il collegamento dell'isola Lolland al porto tedesco di Puttgarden oltre lo stretto. Tale stretto, leggo su Wikipedia per arrivare preparato, è attualmente navigabile in quarantacinque minuti via traghetto. L'ultima navigazione che feci dovrebbe risalire a quella volta che andai da Civitavecchia a Cagliari, senza grossi problemi se non la noia che ti assale a bordo di Tirrenia.

Wow, in questo soleggiato martedì di Maggio il bus è puntualissimo, pulito e soprattutto semivuoto! Super spazio per le gambe, sedili piacevolmente rigidi, parquet con moquette, autoradio, presa di corrente/USB illuminata e Wi-Fi sono tutti lì ad accoglierti prima che tu abbia il tempo di sederti. Direi che l'impressione é ottima come quella riportata sul viaggio-di-riferimento da Bratislava a Brno: mezzi ed equipaggi delle compagnie tedesche si confermano sempre tra i migliori all'interno della rete europea di Flixbus. L'autista tedesco è preciso e disponibile, veloce nel check-in e risoluto nel lasciare a terra un "aspirante passeggero" di colore senza passaporto. Il viaggio comincia con il messaggio pre-registrato di benvenuto in tedesco ed inglese: tutte le premesse sono dunque positive, tanto più se considero che trascorreró l'intera giornata su questo mezzo, compresa la traversata via mare da Puttgarden a Rodby, che mi auguro suggestiva. Ultima nota: leggere "Stockholm" come destinazione finale del mio bus, e sentire di altri passeggeri diretti a Malmo, mi fa desiderare fortemente di raggiungere anche la Svezia con Flixbus: non rimane altro che attendere una prossima vendita speciale, come quella che mi ha recentemente permesso di acquistare Bologna - Bucarest a €05.99, per approfittarne! 

A parte uno screzio acceso tra autisti di Flixbus, la città di Dortmund mi fa una impressione molto positiva. Molto caratteristica la fermata di Bielefeld-Brackwede (un borgo verde e davvero meraviglioso), dove un piccolo bar apparentemente situato nel nulla ha costruito un vero punto di accoglienza, e di vendita, per i clienti di Flixbus. Attraversare le città della Germania è stata una esperienza impagabile e straordinaria. Amburgo, in particolare, merita una visita separata ed approfondita, possibilmente nella bella stagione. Dopo un cambio di equipaggio a Gremersdorf raggiungiamo finalmente Puttgarden, un porto relativamente piccolo che permette di affrontare l'imbarco sul traghetto con assoluta tranquillità. La giornata è soleggiata, tutte le formalità burocratiche vengono sbrigate dagli autisti ed a noi non rimane altro che salire ai ponti superiori del traghetto per goderci lo spettacolo del blu tutto attorno, ed i tanti servizi (bar, ristorante, fast food, duty free) disponibili a bordo. Quando torniamo sul bus e si apre il portellone, davanti ai nostri occhi si stende la verde campagna danese: partendo da Bologna, Flixbus mi ha permesso di raggiungere una delle mie destinazioni preferite senza affanni, senza sorprese, senza stress. Rimango per un attimo senza parole, mentre ci prepariamo per l'arrivo nella capitale che avverrà con puntualità.

DA COPENHAGEN A FRANCOFORTE

Arrivato alla fermata del bus con una scorciatoia che prevede di passare direttamente dai binari della stazione di Copenhagen (le scalinate poste al termine delle piattaforme 11 e 12 permettono di raggiungere direttamente Inglevadgade senza bisogno di impostare navigatore o altro, comodissimo!), vedo il mio bus in lontananza, ancora parcheggiato dietro a quelli per Rotterdam e Oslo che partiranno prima di noi. Faccio amicizia con un pittoresco (ma confido non ubriaco) autista turco che, tra una canzone turca e l'aver comunicato al collega il mio nome a squarciagola - credo si sia voltata mezza Copenhagen - mi fa gentilmente salire sul bus a due piani con un'ora di anticipo. Sono quindi il primo e mi assicuro uno dei posti in prima fila al piano superiore, un'esperienza che mi sarebbe sempre piaciuto provare! Questo mi insegna che a volte farsi avanti, e provare a chiedere con gentilezza, può sortire effetti insperati. Qui lo spazio per le gambe é più ampio, e spero di potermi muovere a sufficienza per prevenire il gonfiore a piedi e caviglie che si è manifestato al termine del viaggio di andata; é presente naturalmente la presa elettrica, ci sono sportine di plastica trasparenti per i rifiuti ed al posto del piccolo tavolino reclinabile ho a disposizione una abbondante porzione di cruscotto. Il collegamento Wi-Fi viene invece solitamente attivato al momento della partenza, per cui dovrò aspettare ancora un po' prima di navigare gratuitamente. Sul cruscotto sono inoltre presenti due monitor: uno proietta cosa abbiamo davanti al bus, l'altro sembra invece non funzionare. C'è anche una cornetta telefonica in mezzo, dallo stile un po' retro, ma per sicurezza non tocchiamo. Anche la temperatura a bordo del bus é perfetta. Di fianco a me si siedono due innamoratini tedeschi, che spero non vorranno abbandonarsi ad eccessive effusioni con la complicità delle tenebre. Lei mi sembra abbastanza sobria, comunque. Punti a sfavore di questi posti potrebbero essere la relativa lontananza del bagno (comunque mai usato nel corso dei miei viaggi) e l'impossibilità di oscurare le vetrate poste davanti e di fianco a me, poco rilevante se si considera che di solito nessuno tira le tende. Non vedo l'ora di partire per cominciare a bivaccare con tutti i viveri che ho comprato da Rema 1000, più Facebook, musica con Qobuz (servizio scadente ma in prova gratuita per tre mesi, al quale dal prossimo viaggio affiancherò un paio di cuffie bluetooth JBL) e Nintendo DSi XL. Questi posti in prima fila sembrano davvero una benedizione, e l'esperienza "in prima persona", già provata sui double-decker a Londra, regala una divertente sensazione di immersione nel traffico, da first person shooter.

Il nostro bus della ditta Franz Urban, che l'autista mi voleva impedire di fotografare...

Partiamo alle 22:11, con quei piccoli ritardi che gli autisti possono recuperare senza problemi nel corso delle lunghe tratte. La vista dalla prima fila é spettacolare, sembra di giocare a Ridge Racer su PlayStation! I tedeschi di fianco a me si addormentano abbracciati, mentre io consumo un discreto tramezzino, qualche albicocca secca, un Kit-Kat ed un sorso d'acqua. A disposizione per le prossime ore terrò un piccolo brik a base di succo di ribes e proteine del promettente marchio STAY STRONG: speriamo di non avere bisogno di un supporto così convinto! Il Wi-Fi non sembra funzionare a dovere, almeno nelle prime fasi di viaggio. A bordo fa decisamente freschino, per cui indosso una maglia in più e chiudo le bocchette poste sopra ai miei sedili. Confermo che in questi posti è molto più facile trovare la posizione giusta per provare a prendere sonno e riposare, facendo letteralmente volare le ore. Data la comodità del posto non ricorro al cuscino gonfiabile ma utilizzo il cappuccio della felpa (altro consiglio che vi offro) che può essere un valido sostituto per appoggiarsi al finestrino in modo confortevole. Purtroppo gli annunci in occasione delle fermate intermedie avvengono solo e sempre in tedesco, un peccato perché non riesco a capire la durata della sosta e se avrò tempo di scendere per sgranchirmi le gambe e riattivare la circolazione dalla vita in giù. Decido allora di aspettare allora la classica sosta in autogrill, generalmente di una ventina di minuti, sperando che gli autisti l'abbiano messa in programma. 

Un modo per determinare la durata di ogni singola sosta ci sarebbe: la App di Flixbus consente infatti di conoscere l'orario di partenza previsto in ogni stazione, per cui confrontandolo con l'orario di arrivo in quella località potremo farci una idea del tempo a disposizione prima di continuare il viaggio, secondo la tabella di marcia pubblicata sul telefono. Nel nostro caso la previsione è rispettata con eccezionale puntualità: ripartiamo ad esempio da Osnabruck alle 08:26 contro le 08:25 previste sulla app dal piano di viaggio: bel lavoro, Flixbus. 

Mentre ricarico le batterie del telefono provo a riconnettermi ad Internet alle otto del mattino, dopo una nottata tranquilla ma abbastanza insonne, ed il sole di Osnabruck ci porta bene: Internet funziona! Tornando per un attimo sull'argomento del sonno, o meglio della mancanza di esso, non oso immaginare in quale stato arriverò domattina a Bologna dopo una seconda notte di viaggio. In un modo o nell'altro arriveremo, penso, ma il consiglio che mi sento di dare é quello di tenervi - se andate in vacanza soprattutto - la giornata di arrivo come uno "scarico", ovvero una giornata che non vivrete al meglio delle vostre forze, in attesa di riposare compiutamente su un letto vero. Scordatevi, insomma, di arrivare freschi e riposati e di poter vivere una giornata normale o produttiva dal punto di vista fisico e mentale. Piccoli trucchi per ravvivare il proprio stato, mentre il nostro autista turco continua a declamare a gran voce le prossime fermate in attesa di ripartire da Osnabruck alla volta di Dortmund, sono l'utilizzo di salviette rinfrescanti e di collirio defatigante, senza dimenticare una idratazione continua per tutta la durata del viaggio (in caso di necessità c'è sempre la toilette a bordo). Leggermente più complicato il discorso pettinatura, ancor di più se anche i vostri capelli - come i miei - hanno la fastidiosa tendenza ad impazzire nel corso delle ore notturne. Come nel caso del viaggio di andata, vedere scorrere le strade delle città tedesche dal finestrino é essa stessa un'esperienza da vivere, specialmente in queste belle giornate di Maggio: mentre ricordo ancora quanto fui favorevolmente colpito da Amburgo durante il viaggio di andata, continuo a vedere ed apprezzare tanto verde, ordine, pulizia, persone che passeggiano o pedalano tranquille tra negozi, attività, centri sportivi. Sono semplici e fugaci "sensazioni", certo, ma abbastanza intense da farmi prendere in seria considerazione la Germania come meta turistica degna di rispetto. Il viaggio di ritorno, per il quale in base al regolamento dell'offerta InterFlix ho dovuto scegliere un percorso diverso da quello di andata, si distingue sostanzialmente per un solo cambio a Francoforte (contro i due precedenti a Zurigo e Colonia/Bonn) e, soprattutto, per l'assenza del viaggio in traghetto, un'esperienza bellissima ma che nelle ore notturne avrebbe perso gran parte del suo fascino. Alla fine del viaggio, il conto totale dei kilometri percorsi si assesterá all'incirca sui 

3.529 Km!

Soddisfatto, chiudo gli occhi baciato dal sole e, mentre procediamo spediti sulla autobahn, mi ascolto Heroes, inno ufficiale che mi risveglia le trascinanti emozioni dei campionati mondiali di hockey ai quali ho assistito a Copenaghen.



Il fattaccio. Durante la sosta a Dortmund ne approfitto per fare due passi e fare qualche foto al nostro bus, come d'abitudine... e qui l'autista perde qualche punto nel momento in cui sembra andare su tutte le furie per il fatto di aver io fotografato il "suo" bus. Gli spiego in inglese che fare foto (in luoghi pubblici) é quello che i turisti di solito fanno, e che ho un minuscolo blog sul quale descrivo le mie esperienze con Flixbus... ma lui si rivolge in turco scomposto ai colleghi mimando il gesto del fotografare e cercando di ottenere - per la verità del tutto inutilmente - una qualche solidarietà o intervento da parte loro. Decido di fregarmene alla grande e, anzi, di fotografare un secondo Flixbus di provenienza olandese che parcheggia di fianco al nostro, ma certamente rimango dispiaciuto non solo per l'atteggiamento adottato nei miei confronti ma anche per una certa arretratezza culturale che - a mio parere - Flixbus dovrebbe aiutare i suoi autisti a lasciarsi alle spalle. Anyway, "acqua passata", come direbbe Walter ne Il Grande Lebowski: quello che conta veramente è che ripartiamo puntuali alla volta di Francoforte, dove spero di poter disporre di una buona connessione Wi-Fi per poter seguire Palermo - Cesena su iPad!

DA FRANCOFORTE A BOLOGNA

Dopo una tranquilla pausa presso la stazione di Francoforte, dove purtroppo McDonald's non mi offre il Wi-Fi per vedere la partita su Sky Go costringendomi a scatenare tutta la Potenza di Poste Mobile in roaming, riesco fortunosamente ad intercettare la chiamata - che avviene solo in tedesco, altra tirata d'orecchie d'obbligo - per il mio Flixbus diretto a Bologna e poi Roma. Nonostante la partenza perfettamente puntuale, il bus appartiene a quello Standard Basso al quale mi hanno ormai abituato le tratte che coinvolgono il centrosud. Solito modello Classic ed ingiallito, non pulitissimo e pure ammaccato (il vettore si chiama Cialone Tour, Frosinone), con ampie vetrate e colori pastelli, con un giovane autista romano che ascolta le partite al telefono ed un collega con accento bergamasco che a pochi minuti dalla partenza ci delizia con una lunga teoria di "cazzo", "figa" e "porca troia". Senza contare, aspetto più grave, la scarsa disponibilità accordata nei confronti di alcuni passeggeri che rincorrono il bus a pochi metri dalla partenza, ai quali l'autista del nord inizialmente risponde "eh no, cazzo, abbiamo già chiuso", come se il mezzo fosse stato blindato e non ci fossero più posti disponibili. Con nessuna delle due circostanze rispondente al vero, ovviamente. 

Cialone Tour, rimandata a Settembre.

Altri "cazzi" volano quando il navigatore preannuncia sedici minuti di code appena usciti da Mannheim, probabilmente a causa di una qualche maratona, che se trasportassi dei maiali ancora ancora, ma con cinquanta persone a bordo né tu né l'azienda che rappresenti fate una bella figura a fronteggiare l'imprevisto in quel modo. Non pago, lo stesso autista farà pagare un supplemento-bagagli ad un poveretto la cui valigia era assolutamente in linea con quelle che ho visto caricare nel corso dei miei recenti 8000 kilometri con Flixbus, per le quali nessuno si era mai sognato di eccepire nulla (come giusto che sia, se una ragionevole elasticità nelle politiche della gestione dei bagagli deve diventare essa stessa un selling point per promuovere il trasporto su gomma). E dulcis in Flixbus, lo stesso conducente riceve molte indicazioni dell'autista più giovane (ometto il nome) quando è il momento di mettersi al volante (col finestrino aperto, come si fa di solito per rimanere svegli), quasi si trattasse di una delle sue prime guide (e allora perché tanta spocchia?!?). L'aria condizionata - per non sapere fare né a leggere né a scrivere - viene sparata a mille e la mia vicina di posto comincia a stendersi un maglione sulla pancia a guisa di copertina, ed io la seguirò a breve perché coprire adeguatamente il pancino, si sa, fa un mondo di differenza. Lo spazio per le gambe, almeno quello, è comunque discreto, mentre le prese elettriche sono montate sì lateralmente ma con un'assurda placca a quarantacinque gradi mai vista prima e che, conoscendomi, richiederà tutta la mia perspicacia di Giovane Marmotta per capire come attaccarci una spina. Un po' meglio vanno invece le due prese USB montate in modo classico e facilmente raggiungibili. Se avrete con voi due cavetti USB, inoltre, potrete ricaricare più velocemente alcuni dispositivi (come molti powerbank, ad esempio) che supportano questo tipo di quick charge

Come c'era da aspettarsi, non viene dato alcun messaggio di benvenuto, mentre il Wi-Fi non può essere utilizzato perché al momento della connessione non viene visualizzata la pagina di login. E già penso a quanti ulteriori giga dovrò sborsare in serata per vedermi Canada - Finlandia di hockey o la finale dell'Eurovision Festival, due ottime scelte per far scorrere le ore e provare poi a riposare un pochetto. 

La guida appare sin troppo brillante, come se ci trovassimo su un aereo nel corso di una interminabile fase di decollo, il bus vibra e sobbalza in modo evidente (ed anche leggermente fastidioso se ci devi trascorrere sopra quattordici ore, per dire) ed in autostrada alcuni automobilisti ci suonano perché - probabilmente - occupiamo una corsia non destinata agli autobus. La mia speranza é che, essendo previste sette fermate intermedie prima dell'arrivo in Emilia, ci sia comunque sempre la possibilità di fare un check-up meccanico nel caso vibrazioni e sobbalzi raggiungessero livelli allarmanti. Ed una ulteriore consolazione, benché magra, deriva dalla constatazione che se mi trovassi a bordo di un aereo-carretta per un lungo viaggio il mio disagio sarebbe ancora superiore. In ogni caso pensi che tu il biglietto l'hai pagato, e che in fin dei conti sono un po' problemi loro. Da parte mia sono curioso di vedere in quali condizioni arriverò domattina a Bologna, dopo due notti passate accampato sull'autobus: la rinfrescata che sono riuscito a darmi in stazione a Francoforte mi ha sicuramente risollevato, ma è indubbio che due giornate consecutive di riposo precario non possano non farsi sentire. Alle 18h30 risulta ancora impossibile loggarsi al Wi-Fi di bordo, per cui per la partita di hockey attivo il mio traffico dati. In attesa di fare una fermata in autogrill di venti minuti subito dopo la città di Ulm, mangio qualche albicocca secca (buonissime anche a pezzetti nello yogurt bianco) comprata a dieci corone da Rema 1000. All'autogrill visito uno dei bagni più tecnologici e puliti che abbia mai visto (con tanto di ciambella autopulente, €0.70 spesi bene) e compro una bottiglia di acqua gassata, un panino con formaggio e salame ed una fetta piuttosto abbondante di torta alle mele, che qua è una vera specialità. Orfano di Internet per "un problema all'antenna" e perché nel frattempo ho finito il traffico internazionale compreso nella mia tariffa, non mi rimane che attendere l'ingresso in Italia - una volta oltrepassate Svizzera o Austria - oppure accendere direttamente il Nintendo per una partita a New Super Mario Bros, sperando di avere ancora un minimo di lucidità per superare un paio di passaggi impegnativi con i quali continuo a confrontarmi ormai da settimane. 

Ad un certo punto, mentre i "cazzo, é sabato sera!" e "porca troia" nemmeno si contano più, qualcuno là davanti si prepara un caffè con la macchinetta Lavazza senza che ai passeggeri venga offerto o anche solo proposto nulla. Agli autisti della Cialone Tour bisognerebbe spiegare la differenza tra il trasporto di maiali e quello di passeggeri paganti, perché nel corso di questo viaggio sgangherato ho avuto l'impressione che il concetto nella loro mente sia ancora confuso. Il conducente bergamasco (ometto il nome) chiede a gran voce un Moment per il mal di testa e fa battute poco opportune con la polizia tedesca ("24 persons, easy!!") che ci ferma in nottata per un controllo, durante il quale i passaporti ci vengono temporaneamente requisiti e due passeggeri (uno di colore, l'altro forse turco) vengono invitati a scendere ed aprire i loro bagagli: non li rivedremo più a bordo. Questi due Gianni & Pinotto sembrano prendere tutto come un preoccupato e preoccupante gioco, con comunicazioni improvvisate, la maggior parte solo in italiano e altre in un improbabile inglese, senza preoccuparsi per un solo istante di aspetti diversi dai loro interessi, dalle loro problematiche lavorative, dal loro umorismo, dal bisogno di fumare o dal languore dei loro stomaci. A questo punto ogni valutazione su puntualità e ritardi passa in secondo piano, in un mix memorabile - per le ragioni sbagliate - di servizi non funzionanti, approssimazione ("Ci siete tutti? Ve lo chiedo perchè non c'ho voglia di contare"), disordine e nessun accenno di orientamento al cliente. Se solo questi due potessero fare una settimana di affiancamento con i colleghi tedeschi, belgi o olandesi con i quali ho viaggiato nelle ultime settimane, si accorgerebbero di stare svolgendo due mestieri completamente diversi, offrendo ai nostri connazionali ed ai viaggiatori di altri Paesi l'immagine triste di un'Italia volgare, sgangherata e concentrata solo sulla propria sopravvivenza.

martedì 1 maggio 2018

A Londra con Flixbus: la mia esperienza

Andare a Londra. Con 49,50 euro. Senza prendere l'aereo. Questo post sarebbe probabilmente già completo così, perchè al di là dei dettagli che vi offrirò se vorrete leggermi, il fatto di aver sperimentato con somma soddisfazione questa alternativa di viaggio è esso stesso la notizia meritevole di attenzione. Ero già stato a Londra cinque volte, sempre in aereo, partendo da quella vacanza studio con EF nell'estate del 1990 che mi fece subito innamorare di questa capitale. E nonostante i tempi siano inevitabilmente cambiati, come avviene dovunque, sono stato felice di notare - ad alcuni anni di assenza dalle strade della City - come fermento ed opportunità (di lavoro, di vita, di conoscenza e di crescita) non siano così tanto cambiate. Flixbus, mi piace ripeterlo, costituisce un'alternativa all'aereo che si può prendere in considerazione per i motivi più disparati: che sia per la paura delle altezze, per la necessità di portare con sè un bagaglio più voluminoso (imbarcando senza problemi anche liquidi oltre i 100ml), per la voglia di affrontare un viaggio più lento e contemplativo o per una mera questione di risparmio, è bello sapere di poter contare su un piano B diverso ed efficiente.

DA BOLOGNA A PARIGI

Il mio viaggio comincia da Bologna nella giornata di Lunedì: una volta raggiunto in treno il capoluogo emiliano percorro la breve distanza che mi separa dai binari all'autostazione, per la quale sono in programma lavori di restyling per otto milioni di euro al fine di renderla un po' più bella ed ospitale. Questo viaggio si articolerà in cinque tappe tra loro separate, come richiesto per l'utilizzo del programma Interflix, che vi offre l'opportunità di effettuare cinque viaggi diversi tra loro (anche lo stesso viaggio nelle due direzioni di andata e ritorno non è consentito, per cui per tornare a casa dovrete scegliere un itinerario completamente differente) entro tre mesi al costo di €99.00 Parto pertanto da casa con cinque diversi titoli di viaggio, cinque fascette da apporre al mio trolley in corrispondenza di ogni segmento e l'indispensabile passaporto (Europa o non Europa, ricordate che vi verrà chiesto ovunque andiate, per cui fatelo utilizzando le nuove procedure online e non dimenticatelo per nessuna ragione al mondo).

Il nostro Flixbus in sosta all'area di servizio Gran Bosco Ovest.

Il bus di questa prima tratta è un bel SETRA/Mercedes ad un piano, che arriva in autostazione circa venti minuti prima dell'orario ufficiale di partenza: ad occuparsi del servizio sarà una ditta di Cuneo con un giovane autista francese/albanese che parla continuamente al telefono (via auricolare bluetooth, quindi nessun problema), verifica con speditezza la lista dei presenti e chiede che siano lasciate libere le prime file. L'atmosfera è tranquilla, il bus non è pieno (riuscirò a fare tutte i cinque i viaggi occupando due posti e raddoppiando gli spazi a disposizione) e le dotazioni sono tutte presenti, anche se lo streaming di contenuti video da Youtube sembra bloccato o rallentato dal WiFi di bordo. La guida è tranquilla, non viene riprodotto alcun messaggio pre-registrato di benvenuto e dirigendoci verso l'ingresso dell'autostrada passiamo da una sorta di quartiere "rosso" (non nel senso delle simpatie politiche dei bolognesi) nel quale le prostitute si dirigono tranquillamente ai loro camper in topless e perizoma... Le prese elettriche a disposizione dei passeggeri sono situate molto in basso, una posizione un po' scomoda per la quale vi consiglio di portare da casa un cavo USB lungo che vi permetta di tenere ed utilizzare i vostri dispositivi sui tavolini, per la verità sempre poco contenitivi ed avvezzi a far cadere i vostri oggetti ad ogni sobbalzo. Ulteriori elementi che rendono confortevole il viaggio sono le belle poltrone nere-rosse-grigie, gli oblò posti sul tetto, le vetrate ampie e pulite. Mi sembra di scorgere una lunga crepa sul parabrezza, talmente estesa che ad un certo punto mi convinco si tratti di un riflesso o di una mia impressione: il dubbio comunque rimane. Lo spazio per le gambe è buono ma inferiore ad altri provati nel corso dei viaggi precedenti, circostanza che avrebbe generato qualche problema se non avessi potuto disporre per l'intero viaggio di entrambi i posti e relative diagonali. 

Tra i passeggeri segnalo due ragazze sedute dietro di me entusiaste del bus (altre volte mi è capitato di sentire persone che chiamavano a casa per dire "Mamma, sono su Flixbus!!!") e due francesine adorabili, che passeranno gran parte del viaggio dormendo l'una appoggiata all'altra. Il viaggio prosegue dolcemente e noto che in autostrada gli autisti Flixbus, incrociandosi nelle due direzioni, si salutano ❤ Si tratta di una considerazione non banale, in quanto sappiamo che lavorano per ditte diverse, benchè ugualmente "consorziate" alla società tedesca: questo mi fa supporre che al di là delle diverse realtà aziendali che operano per Flixbus in Europa, sia fatto uno sforzo per tendere ad uno standard di servizio anche attraverso la costruzione di uno spirito aziendale unico, basato sulla condivisione dei valori e sulla riconoscibilità dei colori verdi e arancioni per i quali si lavora. A Torino, dove arriviamo con eccezionale puntualità, salgono due nuovi autisti, ed il bus si riempie notevolmente, a testimonianza di un traffico come prevedibile consistente tra Francia e Piemonte. Nel frattempo approfitto di una eccezionale promo a tempo che mi viene comunicata via email da Flixbus per acquistare un biglietto diretto Bologna - Bucarest a 5.99 euro, come fare a dire di no?!? 

DA PARIGI A LONDRA

La stazione di Parigi - Bercy consiste in una serie di banchine che sembrano situate sotto un ponte: l'illuminazione è buona ma per raggiungere la strada ed i servizi (bar, forno, taxi, stazione della metro) bisogna attraversare un bel parco attrezzato che nelle ore notturne potrebbe consigliare un passo più spedito. I tabelloni con le indicazioni di arrivi e partenze funzionano solamente in orari "di ufficio", per cui in caso di partenze in orari diversi bisogna arrangiarsi o, per usare un'espressione a me cara ed un filo più elegante, adottare un approccio pro-attivo (leggi: fare continuamente su e giù a piedi fino a quando non si trova il proprio autobus).

Più che un autista, un roadie! Comunque bravissimo.

Il nostro autista da Parigi sarà un ragazzo francese in barba & tuta da ginnastica nera, ben più alternative dello stereotipo con cravatta verde e camicia bianca ma ugualmente efficace nel farci fare un ottimo viaggio e guidarci - con un inglese di base, successivamente supportato dal messaggio di benvenuto pre-registrato - nelle fasi del controllo dei passaporti alla frontiera e nel suggestivo ingresso all'interno dell'Eurotunnel. Questo Flixbus ha interni non vecchi ma di gusto classico, con abbondanza di colore marrone e parquet. Wi-Fi e prese elettriche sono ok, ed è bellissimo attraversare Parigi di primo mattino, affiancando la Senna mentre i raggi di sole ti scaldano attraverso le vetrate. Frank, questo il nome del nostro roadie, ci informa che per qualche motivo a lui sconosciuto il WiFi nel Regno Unito non funzionerà e la gente sorride, apprezzando l'onestà ed il tono simpaticamente sconsolato della comunicazione. Dopo aver effettuato un paio di soste in autogrill, nel corso delle quali anche Frank ne approfitterà per acquistare degli Snickers e qualche lattina, attraversiamo le due frontiere (scendendo dal bus ed entrando nei locali francese ed inglese deputati al controllo dei passaporti) e "parcheggiamo" il bus all'interno del treno che ci permetterà di raggiungere l'Inghilterra in 35 minuti. 

Si tratta di un'esperienza unica (un bus che entra in un treno che entra in un tunnel) ed a mio avviso non eccessivamente claustrofobica, dal momento che il mezzo rimane con le porte aperte all'interno del vagone, e durante la traversata è possibile scendere per raggiungere i bagni posti alle due estremità del convoglio. Sentire il bus ondeggiare sui binari, nonostante si abbia l'impressione di essere fermi, può trasmettere una sensazione simile al mal di mare, benchè i movimenti siano estremamente contenuti e risulti piuttosto facile distrarsi con due chiacchiere, un buon libro, un po' di musica o una camminata. Tutto considerato si tratta di un'esperienza da fare almeno una volta nella vita, e che personalmente vorrò ripetere al più presto.


Una volta sbarcati sul suolo britannico, ed adottato il sistema di guida a sinistra, il viaggio verso Londra è un autentico spettacolo che vi porterà in tutta tranquillità dalle verdi campagne inglesi al traffico caotico - ma affascinante - del centro di Londra, nel quale Frank si muoverà con grande bravura e nonchalance. L'arrivo a Victoria Coach Station è puntuale al minuto ma corre l'obbligo di darvi un'informazione che potrà esservi utile nel programmare viaggi che prevedano il passaggio tra fusi orari diversi: ricordate che al momento, a differenze delle compagnie aeree, sul vostro biglietto di viaggio l'orario di arrivo sarà espresso con riferimento al luogo di partenza e non a quello di arrivo, per il quale dovrete quindi effettuare un calcolo. Nel mio caso questo ha determinato l'arrivo a Londra con un'ora di anticipo rispetto a quanto previsto, e conseguente riorganizzazione degli appuntamenti: peggio sarebbe stato se mi fossi trovato con un'ora di ritardo, per cui meglio prevenire ogni possibile disguido. 

Infine, piccolo consiglio per arrivare a destinazione con una bella facciotta riposata (io sono quello di sinistra): se non potrete darvi una rinfrescata in autogrill (noi ci siamo fermati in una graziosa struttura francese con dei bagni più puliti di quello di casa mia, per dire) assicuratevi almeno di portare nel bagaglio a mano delle salviette umidificate per idratare il volto ed un collirio defatigante - io uso Iridil Gocce Oculari - nel caso la notte in autobus dovesse rivelarsi meno riposante del previsto. Mi ringrazierete!

DA LONDRA A COLONIA

Trascorsi quattro meravigliosi giorni a Londra (incredibilmente soleggiati, se escludiamo qualche immancabile pioggerellina ed un minuto di grandine), Sabato mattina ho raggiunto Victoria Coach Station per prendere il bus che mi avrebbe portato a Colonia. Proprio quando mi avvicinavo al mio gate (sui numerosi monitor della stazione compaiono tantissime tratte contemporaneamente, per cui si riesce subito a trovare i riferimenti della propria corsa) ho ricevuto un SMS da parte di Flixbus che mi avvisava che il viaggio sarebbe partito con un'ora di ritardo. Una volta tornato a casa, mi sento di condividere con voi questa rassicurazione: se dovete affrontare un viaggio lungo, i ritardi non incideranno sull'orario di arrivo e sulla possibilità di prendere successive coincidenze. Questo perchè, se da un lato il trasporto su gomma può essere soggetto ad ogni genere di imprevisti (tecnici o legati al traffico, per fare un paio di esempi), dall'altro sarà proprio l'estensione del viaggio a dare la possibilità all'autista di marciare a ritmi leggermente più sostenuti per recuperare lo svantaggio. Così ad esempio è stato nel nostro caso, per cui la ritardata partenza non ha sortito alcun effetto negativo, se non quello di prolungare l'attesa dei passeggeri (comunque all'interno di una stazione sicura e servita). 

Il nostro mitico autista, spero di viaggiare nuovamente con lui!

Tornando al viaggio, ho finalmente avuto la possibilità, credo per la prima volta nella vita, di salire su un mezzo a due piani, scegliendo naturalmente quello più alto, nonostante paradossalmente sia quello sconsigliato per le persone più alte! Anyway, il bus era molto spazioso, tutti i servizi regolarmente presenti ma qualche sedile stranamente rotto o macchiato. L'autista, che credo belga, ha rappresentato il vero valore aggiunto di questo viaggio: simpaticissimo negli annunci, veloce e responsabile nel check-in (ci ha fatto prima sistemare i bagagli e salire a bordo, controllando i biglietti una volta che eravamo comodamente seduti), ci ha anche offerto snack in vendita aggiungendo che parlare con lui ci sarebbe costato solo 50 centesimi ("I'm cheap!"). Parlava tedesco, olandese ed un po' di inglese, e particolarmente memorabili sono state due battute:
  • Quando ad ogni fermata dava il benvenuto ai nuovi passeggeri saliti a bordo, anticipava loro l'orario di arrivo specificando "...when the traffic is good: when the traffic is bad, I don't know"
  • Quando ci ha spiegato il procedimento per il passaggio attraverso l'Eurotunnel: "If you see fish out of the window, well, that's a big problem!"
Inoltre, in attesa che il treno partisse, ha offerto a tutti i passeggeri dei (suoi) biscotti tipo Gran Cereale, in modo gentile, sorridente e non insistente. Davvero bravo!

Prima della partenza siamo stati informati che la toilette di bordo avrebbe funzionato solo per la pipì, per cui per ogni alto genere di necessità siamo stati invitati ad usare il WC a Victoria Station. Ricevuto un doppio invito ad allacciare le cinture di sicurezza (accorgimento che adotto sempre, del tutto incurante di eventuali occhiate italiane) siamo partiti da Londra con la pioggia, luci interne soffuse ed un ottimo riscaldamento, elementi che hanno creato un'atmosfera estremamente piacevole e rilassante, che ha favorito un pisolino tanto inatteso quanto ristoratore. Il controllo dei passaporti è avvenuto in modo differente rispetto al viaggio di andata, dal momento che è stato effettuato sul solo lato inglese e, dopo una verifica del bus con metal detector, ci ha consentito di visitare il terminal Victor Hugo, una specie di aeroporto con tanto di duty free e servizi/boutique di ogni tipo. Nonostante il nostro mitico autista ci abbia accompagnato solo fino in Belgio ("And then I will go home, eh eh", ha aggiunto prima di salutarci) tutto il viaggio è stato in assoluto uno dei migliori che abbia effettuato fino ad oggi su Flixbus: le ore sono passate veloci e ho perfino utilizzato Sky Go - collegandomi con il mio operatore, in roaming - per vedermi la partita in diretta comodamente disteso su entrambi i sedili. Wow!

DA COLONIA A MILANO


La Grande Bellezza di questo viaggio trova un ultimo compimento con la bella vista architettonica dell'aeroporto di Colonia-Bonn, nel quale l'autostazione è convenientemente integrata. Il bus, ancora una volta a due piani, é moderno ed abbastanza spazioso, ma quello che renderà oggettivamente impegnativa la tratta é il fatto che per arrivare a Milano verranno fatte ben tredici fermate intermedie, ognuna accompagnata da annunci degli autisti (solo in tedesco), accensione delle luci, persone che scenderanno ed altre che saliranno cercando posto e cambiando quello status quo che a noi quarantenni piace invece molto. Io non mi posso lamentare, perché ho avuto la possibilità di fare l'intero viaggio occupando due posti nella parte superiore del bus, ma al tempo stesso ho dovuto rinunciare ad ogni aspirazione di riposo quando, proprio quando a metà notte cominciavo a capire come poter schiacciare un pisolino (utilizzando sia lo zainetto Slazenger comprato a Londra che il cuscino gonfiabile come doppio supporto), in una qualche stazione germana è salita una famigliola cinese con bambino in cui tutti e tre hanno preso posto proprio dietro di me e si sono comportati come fosse pieno giorno: tono della voce da mercato del Giovedì, calci sul mio sedile e preparazione di noodle istantanei (con relativi odori e successivo singhiozzo) verso le 04:30 del mattino, proprio quando i miei occhi cominciavano a bruciare per il poco/nullo riposo, fanno parte a pieno titolo di quella Flixbus Experience che a suo modo ci illumina viaggio dopo viaggio sulla strada dell'integrazione e della tolleranza. E al tempo stesso ci ricorda che le tratte notturne sono convenienti ma mai, mai possono garantirci con assoluta sicurezza le condizioni per arrivare riposati.

Per il resto il viaggio si è svolto davvero senza intoppi: qualche pausa in autogrill (con tempi e modalità di ciascuna sosta comunicati solo in tedesco, ma in qualche modo si capisce), panorami svizzeri lussureggianti, città belle ed ordinate (Zurigo su tutte), un ragazzo seduto nei due sedili a fianco che giocava con la sua Nintendo Switch (mentre io che sono povero mi devo accontentare di un DSi XL, per giunta con cartuccia pirata) e l'annoiato bimbo cinese alle mie spalle che accennava canzoncine cinesi di sottofondo, il cui stile si attestava a metà strada tra l'opera lirica e la pura lagna. In un atto di estrema crudeltà ho provato ad ostentare la mia console sperando che il bimbo la vedesse e mi invidiasse, chiedendo magari di provarla (nel qual caso gli avrei risposto con un secco no, e la mia rabbia sarebbe stata sopita). Ad un certo punto ho avuto come l'impressione che infilasse la testa tra i sedili per seguire un livello di New Super Mario Bros, ma evidentemente non si interessava di videogiochi e dopo qualche istante è tornato a canticchiare, calciare ed a fare cantilenanti domande alla mamma, che probabilmente lo stava odiando più di me.

DA MILANO A BOLOGNA


La stazione di Milano Lampugnano, benchè coperta e dotata di un'edicola / vendita di souvenir, vince il titolo di luogo più sporco e trasandato dell'intera trasferta londinese. Cartacce e rifiuti ovunque, persone che dormono nei posti più improbabili, frequentazioni ricche di folklore e sensazione di anarchia, quasi si trattasse di un mondo periferico abbandonato a se stesso... Nota positiva, Flixbus mi informa con un SMS che non dovremo attenderci il solito bus verde, bensì uno evidentemente sostituivo di colore grigio della ditta STAV. Come potete vedere in foto, il mezzo corrisponde perfettamente alla descrizione, l'autista della ditta di Vigevano svolge ordinatamente le operazioni di check-in e sono tra i primi ad entrare. Il bus è pulito ed elegante ma non presenta né tavolini reclinabili né bagno, e nemmeno prese elettriche. Nonostante gli abbinamenti ricercati della tappezzeria, con tanto di finta radica, gli spazi sono quelli tipici dei trasferimenti urbani e l'autoradio a medio volume non fa che confermare questa sensazione. Il mio tragitto fino a Bologna durerà in ogni caso meno di tre ore, per cui non mi preoccupo più di tanto e mi compiaccio per l'organizzazione perfetta del viaggio, che grazie a Flixbus non ha riservato alcun tipo di sorpresa. 

Ultima chicca, una signora di Ferrara - da me bollata come sparacazzate - racconta ad una ragazzina che lei proviene da Strasburgo, che è "la capitale d'Europa" ed è "più grande di Milano". Guardo Wikipedia e sarei tentato di intervenire nella discussione per dare un paio di numeri, salvo poi decidere di gustarmi questi ultimi momenti di viaggio e tirare fuori l'ombrello, perchè Bologna ci accoglie con una pioggia battente che per un momento mi fa pensare di trovarmi ancora in Inghilterra. Pronti per il prossimo viaggio?