sabato 28 settembre 2013

Recensione NIGHT RANGER - HOLE IN THE SUN



E’ navigando impavido tra i perigliosi flutti di Internet che mi sono recentemente imbattuto nei Night Ranger, una rock band proveniente da San Francisco che ha goduto di grande popolarità negli anni ottanta, grazie ad una lunga serie di album e singoli venduti in oltre dieci milioni di pezzi. Nel 1983, in particolare, la band guadagnò ampi consensi con l’album Midnight Madness (assolutamente da riscoprire, a questo punto) che conteneva le hit Sister Christian, When You Close Your Eyes e You Can Still Rock In America. Il riconoscimento guadagnato dalla band può dirsi trasversale e multicanale, dal momento che la loro musica è stata utilizzata nei videogiochi (da Rock Band a Guitar Hero), trasposta in musical per i palcoscenici di Broadway (Rock Of Ages), utilizzata come colonna sonora di film, telefilm di successo e spot pubblicitari (JBL), senza contare la partecipazione della band al pruriginoso reality show americano Bachelor Pad


Oggi il quintetto - superata la rottura del 1989 e salutati il tastierista ed il chitarrista originali - continua a celebrare una carriera trentennale con una inarrestabile attività live che li porta ad esibirsi in ogni angolo del globo (altissima rimane la popolarità nell’area asiatica), quasi a testimoniare ancora una volta la bontà intramontabile di quella formula che prevede la combinazone di buone canzoni con musicisti capaci di interpretarle, restituendole in ogni occasione a nuova vita. E’ dunque grazie all’ascolto di Hole In The Sun che ho potuto scoprire l’esistenza dei Night Ranger ed avere un primo assaggio del materiale col quale hanno contribuito alle fortune senza tempo, oggi in grande spolvero, del classic rock. Nono album pubblicato dal gruppo, grazie all’impegno dell’italiana Frontiers Records che lo diede alle stampe nel 2007, Hole In The Sun accoglie un timido Michael Lardie (Great White) alle tastiere in sostituzione di Alan Fitzgerald ed allo stesso tempo saluta il chitarrista Jeff Watson, che avrebbe lasciato il gruppo ancora prima che il disco venisse immesso sul mercato. Tell Your Vision, prima traccia in scaletta, è classe cristallina e densa atmosfera, è rabbia e potenza, di quella natura controllata e matura che mi ha ricordato il rock dei Tesla. Gruppi come questi, forti di anni di gavetta e continui affinamenti, riescono a proporre uno stile che è un classic evoluto, così potremmo chiamarlo, dal momento che alle note sinuose del bridge si contrappone con naturalezza un riffing attualissimo, agile e fisico ed alla lunga cantilenante: questa dimostrazione di stile annovera i Night Ranger tra le band che, pur fedeli a se stesse, non hanno mai smesso di ascoltare, curiosare ed assorbire per evolvere il loro sound, tenendosi alla larga da ritorni patetici ed inconcludenti operazioni nostalgia. Alla voce in perfetto stile classic di Jack Blades - quasi un Neil Young incazzato - si contrappone la solidità moderna delle sue stesse linee di basso, che sembrano non dare tregua per tenere l'ascoltatore sulla corda (You’re Gonna Hear It From Me), adeguatamente supportate da un buon lavoro di chitarra, ben bilanciato tra ritmiche muscolose (White Knuckle Ride, Wrap It Up), assoli veloci di stampo heavy (Drama Queen) e parti più melodiche, con ritornelli corali tutti allo stesso modo convincenti, sin dal primo ascolto. La band statunitense denota tecnica e sensibilità nel modo in cui riesce ad addensare progressivamente le strutture dei suoi brani, vorticose nei passaggi meglio arrangiati, pur senza appesantirli: ottima produzione ed un uso accorto di effetti e suoni elettronici permettono di ascoltare un prodotto vivo e continuamente rinnovato, che dalla solida radice ottantiana si evolve spontaneamente verso un sound potente e moderno, dall’heavy al grunge/punk di Whatever Happened / Rock Star e senza suonare enciclopedico, regalando alle sei corde di Gillis e Watson uno spazio espressivo amplissimo quanto meritato. Il disco mantiene una sua impostazione precisa, giocando con le varie declinazioni del rock senza stravolgerle, privilegiando le acque meno profonde ma senza rinunciare a stupire con una titletrack che - alla pari di Revelation 4 AM - ha la forma gentile di un vivace affresco country e di un coro dai suoni acustici: la canzone matura aggredendo con sensibilità gli spazi e guadagnando una grandezza che va oltre il radio-rock, capace di mantenere un equilibrio raffinato ed una dimensione umana, tra cori appassionati e suoni della tradizione acustica. Scoprire una musica di questa qualità, in un soleggiato sabato mattina di fine Settembre, riconcilia col mondo: sorprendente ed inaspettato, questo Buco Nel Sole culla con le sue note e muove con i suoi ritmi, e fa pensare a tutto il bello che ogni giorno ci sfugge perchè siamo distratti, impegnati, affannati, rincorsi o semplicemente subissati da un’offerta - fortunatamente - ampia e di qualità imprevedibile. Pur senza comporre un capolavoro memorabile dal punto di vista compositivo, queste dodici canzoni, sbucate chissà come da qualche anfratto della Rete, ripagano con immediatezza ed onestà da tanti ascolti pretenziosi ed inutili, al termine dei quali alla speranza da talent-scout-pendolare di scoprire the next big thing si contrappone il crudo ritorno ad un panorama musicale che riserva poche novità di rilievo, tante scopiazzature parassitarie e successi costruiti a tavolino quanto caduchi. Sintomatico allora come, a ventiquattro anni dai successi di Midnight Madness, i Night Ranger sappiano mantenere con autorevolezza un posto nella scena che anche a loro appartiene, grazie ad un prodotto maturo e bilanciato, che attualizza con intelligenza senza snaturare, che accelera con progressione, che appassiona e commuove con il trasporto delle sue ballad (There Is Life cresce imponente, Fool In Me sa farsi piccola e fragile, Being infine arpeggia raffinata e crea una forma di nostalgia preventiva chiamata prestalgia), mantenendo tra i suoi solchi quel tocco raw, grezzo, autentico, che lo astrae dalle insidie del tempo e dagli implacabili confini delle date di scadenza.

[7]

Hard Rock, 2007

Frontiers Records

Tracklist:
  1. Tell Your Vision
  2. Drama Queen
  3. You're Gonna Hear It From Me
  4. Whatever Happened
  5. There Is Life
  6. Rock Star
  7. Hole In The Sun
  8. Fool In Me
  9. White Knuckle Ride
  10. Revelation 4 AM
  11. Wrap It Up
  12. Being
Line-up:

Jack Blades (Voce, Basso)
Brad Gillis (Chitarra)
Jeff Watson (Chitarra)
Michael Lardie (Tastiere)
Kelly Keagy (Batteria)

Nessun commento :

Posta un commento