domenica 11 agosto 2013

Recensione Compact Disc Player | Marantz CD273 (1988)



Era probabilmente l'estate del 1988 quando, dopo un primo anno di ginnasio superato con una dignitosa promozione, i miei genitori vollero premiarmi dandomi la possibilità di completare il mio primo impianto hi-fi Marantz (un coordinato con giradischi semi-automatico, sintoamplificatore e doppia piastra a cassette) con l'ambitissimo lettore di Compact Disc, che fino ad allora avevo sentito, non senza stupore, solamente a casa di più facoltosi amici. Il CD273 rappresentava la scelta obbligata per completare il mio sistema e mi avrebbe garantito diversi anni di funzionamento impeccabile, un buon suono ed una discreta compatibilità con i dischi masterizzati che si sarebbero diffusi alcuni anni più tardi. Questo lettore gode oggi di un grande credito presso gli appassionati (non a caso i prezzi su eBay si aggirano sui 100€), sia per le soluzioni tecniche adottate che per la possibilità, mediante la sostituzione di alcuni componenti interni (la realizzazione di una conversione digitale/analogico senza sovraccampionamento è una delle modifiche più in voga, così come l’utilizzo del CD273 come semplice trasporto con conversione affidata ad un DAC esterno e la sostituzione dei quattro piedini con altri più stabili ed isolanti), di migliorarne ulteriormente le prestazioni. Il lettore giunse sul mercato in un periodo di grandi cambiamenti per la Casa fondata da Saul Marantz: la vendita del suo marchio a Superscope, datata 1964, sarebbe stata infatti solo il primo atto di una serie di piccole rivoluzioni che lo avrebbero coinvolto negli anni successivi: nel 1980 Superscope vendette il 50% della sua partecipazione a Marantz Japan, nonchè il marchio ed i diritti mondiali (esclusi gli Usa ed il Canada) all’olandese Philips, che in America era già piuttosto impegnata con la gestione dei marchi Sylvania, Philco, Philips e Magnavox. Il ramo americano sarebbe stato poi riunito sotto l’egida di Marantz Company of Japan (sempre di proprietà di Philips) nel 1990 ed acquistato nel 2001 da Marantz Japan per creare Marantz Japan Inc. Infine, nel 2002 Marantz e Denon si sarebbero unite per dare vita a D&M Holdings prima, e D+M Group poi. Ad un anno dalla definizione del formato CD, Marantz Philips e Sony furono tra i primi marchi a lanciare sul mercato dei lettori destinati alla fascia di utenza consumer. Il piccolo Marantz, caratterizzato da dimensioni contenute pari a circa due terzi rispetto alla componentistica standard, disponeva di un doppio DAC TDA1541 e rappresentava il primo prodotto di origine Philips dotato di una risoluzione reale di 16 bit grazie al sovracampionamento quadruplo, che consentiva di superare il vecchio limite dei 14bit; la meccanica CDM2 era invece realizzata in resina composita e costituiva un'evoluzione del progetto CDM1v3. Il CD273 costituiva un'evoluzione del CD-45 (14-bit, e primo prodotto Marantz ad essere venduto in una Special Edition furbescamente curata dal coordinatore tecnico Ken Ishiwata per smaltirne le scorte) ed era costruito su un'idea di progetto all’epoca piuttosto comune, utilizzata anche da marche di fascia alta quali MERIDIAN, NAIM, McINTOSH e REVOX. Corrispettivo del Philips CD-160 e prodotto anch’esso in Belgio, il Marantz CD273 presentava queste caratteristiche tecniche:
  • Risposta in frequenza 2 - 20.000Hz +- 0.2 dB
  • Gamma dinamica > 96dB
  • Rapporto segnale/rumore > 102dB
  • Separazione tra i canali >100dB (1KHz)
  • Distorsione armonica totale 0,0015 (1KHz)

Per mettere meglio a fuoco queste caratteristiche, è possibile confrontarle con la scheda di un prodotto attuale, accessibile e blasonato come il Marantz CD6004, che offre:
  • Risposta in frequenza 2 - 20.000Hz
  • Gamma dinamica 100dB
  • Rapporto segnale/rumore 110dB
  • Separazione tra i canali 110dB 
  • Distorsione armonica totale 0,002 (1KHz) 

Le dimensioni del CD273 sono di 32cm x 8,6cm, per 31,2cm di profondità: il peso è di circa 3kg e l’estetica si presenta semplice, quasi senza tempo. Il logo Marantz è ancora perfettamente dorato e lucido nonostante i venticinque anni passati, i tasti funzione sono raggruppati sul lato destro (open/close, stop/clear, pause, play/replay) mentre sotto allo sportello di caricamento del disco troviamo tre pulsanti dedicati a funzioni di programmazione di base (recall, program, repeat). Il piccolo display a caratteri azzurri mostra numero di traccia e tempo trascorso/mancante, permette di contraddistinguere i brani inseriti in playlist con una P e di richiamare la lista dei brani memorizzati anche nel corso della riproduzione. I led sono in tutto tre e sono dedicati ad evidenziare l’attivazione delle funzioni Repeat in verde, Pause in arancione e Play/Replay di nuovo in verde. Elegante infine l’ubicazione del tasto Power, situato in alto a sinistra e quasi nascosto all’interno dell’ideale cornice che circonda la facciata del riproduttore. La disposizione dei tasti appare soprattutto funzionale, se non propriamente elegante: la ripartizione dei comandi in aree-funzione ben definite rende l’individuazione degli stessi immediata, elemento ancora più apprezzabile se si considera che non è possibile comandare la riproduzione mediante telecomando. Sul retro dell’unità troviamo un dissipatore sporgente di dimensioni contenute, l’uscita RCA e quella digitale coassiale, il selettore del voltaggio di ingresso (220V/240V) ed un fusibile di protezione sostituibile in caso di necessità. Per la prova collego il lettore al mio mini-amplificatore ibrido Miridiy ed indosso le fidate cuffie Superlux HD-668B. L’accensione del lettore, dopo diversi anni di colpevole inutilizzo, non è delle più confortanti: il display restituisce infatti una scritta senza senso (un 5 con a fianco una serie di trattini orizzontali), quasi a comunicarmi che il risveglio della Principessa dovrà essere dolce ed avvenire con tutta la calma del caso. Dal momento che nessuno dei tasti risponde ai comandi (compresa l’apertura/chiusura dello sportello per il caricamento dei dischi di prova) decido allora di ricorrere ad un vecchio ed intramontabile classico dell’elettronica fai da te, ovvero lo spegnimento/riaccensione del prodotto per un numero di volte - se necessario - tendente all’infinito, purchè funzionale al ripristino della piena operatività. Basta in realtà un solo tentativo perchè il display mostri i due trattini orizzontali corretti (come dire no disc) ed il vassoio di caricamento si apra silenziosamente e senza esitazioni, proprio come in quell’estate felice in cui comprammo il lettore al Marco Polo di Forlì. Il primo CD caricato - dopo un paio di tentativi andati a vuoto - è Provision degli Scritti Politti, che se ben ricordo fu uno dei miei primi acquisti in formato digitale, assieme a Stay On These Roads degli A-Ah, in seguito all’entusiastica recensione (“una cura maniacale nel sound e nei dettagli”; e ancora "l’edizione in compact è ideale per una musica così”) che lessi su Stereoplay (ho trovato il ritaglio della recensione di Giacomo Pellicciotti, datata 28 Agosto 1988, all’interno del booklet). Le prime note di Boom! There She Was sono un tuffo nella memoria e nell’emozione, perchè il tripudio di morbide sonorità elettroniche, tanto esaltate dalla edizione in compact, mi ricorda come fosse ieri l’entusiasmo per il Compact Disc, non solo dal punto di vista della qualità audio (che a quindici anni credevo veramente perfetta) ma anche per lo status speciale che il possesso di questa novità tecnologica ti garantiva tra gli amici. Asciugata la lacrimuccia, il suono offerto dal CD273 appare ancora agile e musicale, gli inglesi direbbero lively, sbarazzino e particolarmente gentile sulle frequenze medie. Voci e tastiere, complice il genere pop col quale ho intrapreso l’ascolto, sono in un primo piano che rende l’ascolto facile e coinvolgente, trascurando per un attimo il terreno minato degli alti e dei bassi, frequenze più problematiche che il piccolo Marantz riproduce quasi timidamente e senza ricercare un’eccessiva analiticità. Il levare di Bam Salute è una festa senza tempo, un carnevale che sembra avvolgerti da ogni parte, complice un’ottima separazione tra i canali della quale ci si accontenta volentieri, in mancanza di una ricostruzione che non possiede il carattere più raffinato e maturo della vera tridimensionalità. Sugar And Spice conferma l’attitudine del CD273 a rendere con disinvoltura il carattere amabile del pop e delle sonorità elettroniche in particolare: il ritmo prende il sopravvento sul dettaglio, la resa delle voci è credibile e priva di eccessive sibilanti, la sensazione di spazio attorno agli strumenti è sufficientemente credibile (Boom! There She Was Dub), benchè tendente ad uno schiacciamento sul piano orizzontale che allontana i suoni più naturali, come ad esempio quelli delle percussioni. Tornati al 2012, è la volta di mettere il lettore Marantz alle prese con il metal melodico degli svedesi Bloodbound: il loro In The Name Of Metal (AFM Records, 2012) è un disco ugualmente fresco e scanzonato, benchè decisamente più sostanzioso rispetto al funky elettronico degli Scritti Politti, la cui ottima produzione dovrebbe mettere nuovamente a proprio agio il lettore Made in Philips. L’iniziale In The Name Of Metal, prima traccia del disco, spacca di brutto, e non conosco alcun termine audiofilo per descrivere una così bella sensazione di potenza, agilità, coralità, tanto più apprezzabili se riproposte da un hardware low-cost come il mio mini-ampli e datato come questo lettore CD. Il Marantz riproduce un’immagine potente e definita, facendo massima virtù dei suoi punti di forza: cantato e cori sono in bella evidenza, con la potenza di chitarre e sezione ritmica non sacrificata, ma piuttosto ricondotta ad un tutto ben controllato, complice il carattere accomodante delle amatissime Superlux (che sanno gestire tranquillamente ogni genere, dal vocal jazz al power metal, senza mai scomporsi). Metal Heads Unite vede il basso leggermente allontanarsi, ma la scena lasciata a voce e rocciosi muri di chitarra è ugualmente divertente e trascinante. La perdita di peso e dettaglio, comune come detto sia alle frequenze più basse che a quelle più alte, viene ampiamente compensata da spazialità e dinamica, regalando una soddisfazione audiofila che, piuttosto che inferiore, potremmo limitarci a definire diversa. Ai passaggi di batteria di I’m Evil mancano forse un po’ di buio ed una spolverata di dramma, mancano il sudore e lo sporco necessario, con la canzone che si esprime al meglio durante i ritornelli cantati che non nei momenti strumentali, nei quali - trattandosi di musica metal - una maggiore incisività ed un maggior dettaglio di cassa e rullante sarebbero stati entrambi graditi. La filosofia progettuale alla base dello sviluppo di questa serie di componenti appare quindi votata ad una condivisibile razionalità, tesa a far bene un numero limitato di cose, ottimizzando le risorse per un prodotto che all’epoca doveva essere non solo musicale, ma anche accessibile da una nuova generazione di appassionati (come il sottoscritto). Desideroso di mettere il CD273 alla prova con un rock sempre cantabile, ma dalle tinte più dark, riapro una terza volta il cassetto ed inserisco X, ultima fatica discografica dei finlandesi The 69 Eyes (Nuclear Blast, 2012). Nonostante la cassa che scandisce le prime note di Black non sia profonda e funerea come potrebbe, la canzone è riprodotta in modo tutto sommato piacevole: si avverte tuttavia una certa incompatibilità caratteriale tra l’hardware ed il software, con il Marantz che cerca di riportare continuamente alla luce un disco che di momenti davvero luminosi ne vanta ben pochi. La riproduzione perde di naturalità, suonando tecnica, fredda ma senza essere - almeno - analitica. Alzando il volume si ottiene un quadro a tratti confuso, all’interno del quale il lettore si muove a fatica, e nel quale prevale un disordine di livelli e frequenze senza una precisa gravità che rende l’ascolto a lungo andare stancante. Meglio allora il rock sbarazzino di I Know What You Did Last Summer e quello vibrante di I Love The Darkness In You, nonostante in quest’ultima i colpi di rullante manchino di quell’attacco incisivo necessario a definirne il ritmo, la veridicità del gesto umano e l’impatto: ugualmente problematico l’affollato finale, nel quale i suoni si sovrappongono in modo casuale, snaturando la personalità stessa del brano a causa dell'inesorabile perdita di tastiere, voci raddoppiate ed effetti. Per un veloce raffronto con una tecnologia più attuale è sufficiente inserire lo stesso disco all'interno del mio notebook Compaq 6720s (HP, 2007) ed avviare Windows Media Player: la conversione operata dal DAC interno di Analog Devices appare più a suo agio con le ambigue sonorità di Black, pur non raggiungendo improbabili vette di dettaglio. Basso e batteria possiedono un corpo più rotondo e definito, così come le note di pianoforte all'inizio di I Know What You Did Last Summer sembrano suonate, anzichè semplicemente riprodotte. L'intera canzone ha un andamento più grave e coerente, pur sempre musicale, con agilità e frequenze più alte entrambe sacrificate - in totale assenza di equalizzazione - a favore di un più convincente peso generale, che si estende dalla voce di Jyrki 69 ai decadenti arpeggi di Bazie. In conclusione, bisognerebbe amarlo ed accudirlo, questo Marantz CD273, invece di giudicarlo appioppandogli un voto che sarà ingiusto a prescindere: il funzionamento (quasi) impeccabile, le possibilità di tweaking, la razionalità del design e la levità del suono sono valori da riscoprire, ammirare, contestualizzare ed attualizzare, fuori dal tempo come solo le vere opere d'arte sanno essere, o diventare. Prodotto relativamente economico e sbarazzino, dotato di una spiccata personalità che lo porta a preferire l'agilità al dettaglio, la levità alla pesantezza, la luminosità al grigiore di certo rock moderno, il mio primo lettore di Compact Disc rimane un compagno sincero ed affidabile, mai bisognoso della benchè minima cura ed ancora perfettamente capace di regalare emozioni intense ed evocare, al contempo, bellissimi ricordi.

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Riferimenti bibliografici:
  • http://www.tforumhifi.com/t793-la-mia-lunga-storia-d-amore-coi-dac
  • http://www.whathifi.com/forum/hi-fi/cd-player-expectations-marantz-cd273-1989-vs-cd6004-2012
  • http://www.hifi-advice.com/under-the-hood-cdp-range.html
  • http://www.whathifi.com/blog/60-years-of-marantz-are-all-about-the-music
  • http://www.audioasylum.com/audio/digital/messages/14/143449.html
  • http://marantz.pytalhost.eu/CD273/






















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