sabato 30 aprile 2011

GAMES | 4 Acquisti per il Virtual Boy


Collezionare, o più semplicemente accumulare videogiochi del passato è una passione, e come tale non pienamente spiegabile in modo razionale, nè del tutto controllabile. E' quel sentimento che ti spinge a riscoprire improvvisamente una console del passato, che sai di avere in soffitta e di non aver intenzione di svegliare dal suo placido letargo, alla ricerca di articoli, pubblicità, recensioni... alla ricerca di quegli anni passati, degli amici che frequentavi, di quelle atmosfere, di quell'ingenuità (quando ancora tante cose della vita dovevano succedere) dei quali il videogioco costituisce una specie di colorata punteggiatura. E siccome in questi giorni si fa un gran parlare di film in 3D, videogiochi in 3D per PS3 ed il recente Nintendo 3DS, il mio pensiero è volato al Nintendo Virtual Boy, universalmente riconosciuto come il più grosso fallimento commerciale della casa di Kyoto! Il sistema, un 32-bit con visore stereoscopico a cristalli liquidi rossi su sfondo nero (unici due colori visualizzati nei giochi), si appoggiava sulla scrivania utilizzando il piedistallo fornito nella confezione, poi si avvicinavano gli occhi ai due piccoli schermi monocromatici ed avveniva la magia, perchè la sensazione di tridimensionalità funzionava davvero. Il tutto era comunque abbastanza scomodo da utilizzare, i giochi avevano una grafica elementare, le batterie duravano solo sette ore, la portabilità dell'insieme visore / joypad / piedistallo era limitata e, circostanza ancora più grave, ad alcune persone l'utilizzo prolungato del visore 3D procurava forti mal di testa, disorientamento, formicolio degli arti ed altri bizzarri effetti collaterali. E così il Virtual Boy fu ritirato dalla Nintendo in fretta e furia, ed il suo creatore (lo stesso Gunpei Yokoi papà del più fortunato Gameboy) licenziato in tronco. Io posseggo due esemplari della console, uno di provenienza americana e l'altro ordinato in Giappone, a prezzi tutto sommato ragionevoli. Le condizioni di entrambi sono pari al nuovo, ed i giochi in mio possesso sono (o meglio, dovrebbero essere, salvo dimenticanze)

  • Mario Tennis
  • Panic Bomberman
  • V-Tetris 
  • Virtual league baseball - JAP
  • Virtual league baseball - USA
  • Wario Land
Questa sera, per una spesa complessiva di €78 (spese di spedizione incluse) ho ordinato dal Giappone:

T&E Virtual Golf
Red Alarm
Galactic Pinball
Vertical Force

Un'altra caratteristica interessante del Virtual Boy, dal punto di vista del collezionista, è che la lista di giochi pubblicati è molto limitata (Wikipedia elenca solo 22 titoli), per cui ottenere una raccolta completa non dovrebbe essere troppo difficile, nè dispendioso. Tempo permettendo, pubblicherò su Youtube ed in questo blog una videorecensione della console, illustrandone il funzionamento.

venerdì 29 aprile 2011

I nuovi cereali dell'Eurospin, finalmente!


Da vero esperto e sopraffino intenditore di cereali per la prima colazione, è con grande gioia che annuncio la disponibilità di nuovi cereali all'Eurospin! Se fino a ieri i prodotti offerti da questa catena erano pochi e presentati in un packaging assai triste (corn flakes normali ed anonimi, bastoncini di crusca punitivi, riso soffiato al cioccolato di qualità pessima), da alcuni giorni sugli scaffali del punto vendita di Cesenatico sono comparsi i nuovi Multi Grain (riso + frumento integrale, in foto) al cioccolato fondente ed ai frutti rossi, le Choco Shells (barchette di cereali al cioccolato come quelle della linea Kellogg's Coco Pops), i Choco Rice (riso soffiato, ancora da assaggiare, ma la confezione promette bene), palline di cereali al miele di cui non ricordo il nome e due nuovi tipi di muesli che non ho ancora acquistato. 

Finalmente quindi un po' di varietà, che pone Eurospin al pari di In's Mercato (che offre anche una serie completa di cereali light) e Lidl (imbattibile per varietà, vedi ad esempio i cereali alla banana ed alla cannella), due marchi discount che quanto a cereali per la prima colazione hanno sempre offerto tanto, sia in termini di scelta che di qualità. Da notare che i prodotti dei due marchi appena citati provengono generalmente da Germania e Francia, mentre i cereali dell'Eurospin sono prodotti in Italia dal Molino Nicoli di Bergamo (http://www.molinonicoli.it/it/prodotti/cereali-per-la-prima-colazione).

Apprezzabili anche i nuovi packaging, graficamente curati (con le inevitabili mascotte per le linee destinate alla colazione dei bambini), ricchi di testo e sufficientemente informativi circa gli ingredienti - vitamine comprese - contenute nei prodotti. Ora non rimane che procedere con l'assaggio...

giovedì 28 aprile 2011

GAMES | Museo dei videogiochi?


Leggendo alcuni forum che trattano di videogiochi, e retrogaming in particolare, riflettevo sul fatto che mi piacerebbe tantissimo poter recuperare dalla soffitta di casa mia tutte le console che possiedo, con relativi giochi ed accessori, per metterle in mostra e farle provare agli appassionati. Tra i sistemi che mi piacerebbe esporre ci sono:

  • Nintendo 8-bit
  • Super Nintendo (versione USA)
  • Nintendo 64
  • Nintendo Wii
  • Panasonic 3DO
  • Philips CD-i
  • Atari Jaguar
  • Sega Dreamcast
  • Sega Megadrive
  • Sega Saturn
  • Turbo Duo
  • Turbografx-16
  • Sony Playstation
  • Microsoft XBOX
  • Sony Playstation 2

Questi sarebbero i punti salienti del progetto:

  • un negozio/ufficio comodo da raggiungere, con una o due vetrine dalle quali poter vedere i giochi in esecuzione all'interno;
  • una serie di schermi LCD ai quali collegare, per renderle immediatamente fruibili, un buon numero di console. Un numero giusto potrebbe aggirarsi tra i 5 e i 10, con dimensioni sui 22";
  • predisposizione di un sistema di switch che permetta di far ruotare rapidamente una ristretta serie di console sullo stesso monitor;
  • targhette informative a fianco di ciascuna postazione di gioco che illustrino curiosità, storia e caratteristiche tecniche di ogni sistema;
  • possibilità di provare anche sistemi portatili, quali Gameboy, Virtual Boy, Neo Geo Pocket Color, Wonder Swan, Gameboy Color, GP32 Wiz con emulatori precaricati, NEC Turboexpress ed Atari Lynx;
  • possibilità di collegare il "sistema del mese" ad un videoproiettore, per una migliore esposizione della console prescelta;
  • possibilità di raccogliere sponsorizzazioni ed offerte libere da parte dei visitatori per sostenere il "museo";
  • pagina Facebook e sito Internet per pubblicizzare indirizzo, orari ed eventuali nuovi arrivi;
  • possibilità di concedere parte del materiale ad attività collegate o per fiere e manifestazioni in zone limitrofe, per pubblicizzare l'esistenza del museo;
  • assicurare tutto il materiale esposto, anche contro possibili danni prodotti durante l'utilizzo da parte dei visitatori;
Un'alternativa, stante la difficoltà di trovare un immobile da adibire esclusivamente a museo (sostenendone i relativi costi), potrebbe essere quella di creare un "corner" all'interno di una ludoteca o altro spazio comunale, in modo da limitare i costi e conferire all'iniziativa un qualche carattere pubblico e storico/culturale.

mercoledì 27 aprile 2011

CERVIA | Il Piano Strategico del territorio cervese


Alcuni giorni fa mi è stato chiesto di partecipare all'elaborazione del Documento di Diagnosi per il Piano Strategico del territorio cervese (progetto Cervia Più), compilando il relativo questionario da inviare al Servizio Pianificazione Strategica. Pubblico qui le mie risposte ed i miei suggerimenti.
  1. Quali sono a vostro giudizio i valori fondanti ai quali ispirarci nell'agire quotidiano e nella definizione delle strategie della Cervia futura che intendiamo costruire e sui quali dobbiamo fare leva per rilanciare il nostro territorio?

    - CAPITALE UMANO
    - COMPETITIVITA'
    - DINAMICITA'
    - INNOVAZIONE
    - SVILUPPO

  2. La visione strategica: come vorreste che fosse Cervia nel prossimo futuro?

    Cervia deve rispettare la propria storia e la propria tradizione, senza però rinunciare a dare di sè un'immagine moderna e dinamica. Alcuni spunti di rinnovamento:
    - Maggiore apertura al mercato estero mediante segnaletica multilingue, chioschi informativi, social network, siti Internet, personale in aeroporto;
    - Copertura wi-fi gratuita nel territorio urbano;
    - Concorsi per progetti innovativi indirizzati ai giovani;
    - Sinergie pubblico-privato per la manutenzione del centro storico;
    - Individuare almeno un ambito di eccellenza per l'Ospedale San Giorgio;

  3. Quali sono a vostro giudizio i primi 5 punti di forza e di debolezza che hanno da sempre caratterizzato questo territorio?

    - Forza: ambiente e territorio, eventi, legame tra prodotto turistico e prodotti tipici, ospitalità, terme;
    - Debolezza: cittadella sanitaria, economia imperniata sul turismo, integrazione tra turismi e tra diverse mete turistiche provinciali, presenza di turismo straniero, stagionalità spiccata;

  4. Quali sono a vostro giudizio i fattori esterni in grado di condizionare in senso positivo lo sviluppo futuro di Cervia?

    - Grande potenzialità della domanda di turismo, specie nelle aree dell'est europeo e del Far East;
    - Potenziamento dei collegamenti ferroviari con Bologna e quindi con la rete dell'alta velocità;
    - Strumentazione e pratiche per l'integrazione pubblico-privata;

  5. Quali sono a vostro giudizio i fattori esterni in grado di condizionare in senso negativo lo sviluppo futuro di Cervia?

    - Degenerazione del mercato del lavoro e conseguentemente del tessuto sociale, in particolare nel sistema turistico;
    - Difficoltà di finanza pubblica;
    - Eccessiva staticità delle categorie produttive;
    - Scarsa apertura degli operatori al nuovo;
    - Debole cultura della concorrenza e del libero mercato;
    - Eccessiva burocratizzazione di molte attività in ambito turistico;

  6. Quali sono a vostro giudizio le cinque priorità di intervento su cui è necessario focalizzarsi nei prossimi anni?

    - Organizzazione di "pacchetti" e percorsi culturali per le scolaresche in visita, per far conoscere Cervia ad insegnanti, bambini e loro famiglie;
    - Visibilità all'estero mediante desk permanenti o temporanei presso gli aeroporti più vicini (Forlì in primis) e organizzazione di servizi navetta gartuiti per i tour operator;
    - Rivalutare il progetto "Yacht Club" per valorizzare e rendere più fruibile la zona del Magazzino del Sale;
    - Copertura Wi-fi gratuita per l'intero territorio urbano, rinnovamento e traduzione multilingua del sito di Cervia Turismo, immagine di Cervia come città moderna e dinamica;
    - Eventi culturali rivolti ai giovani anche nel periodo estivo, per unire comunità locale e turisti più giovani;

  7. Alla luce degli scenari che le attuali politiche stanno delineando, qual è a vostro giudizio il ruolo che il Comune dovrebbe rivestire nel futuro?

    Essenzialmente un ruolo di coordinamento e di stimolo nei confronti della categorie produttive.
    - Valorizzazione massima delle risorse disponibili;
    - Sinergie pubblico/privato per la realizzazione di progetti innovativi, manutenzione del centro storico e delle aree verdi;
    - Individuazione di differenti bacini d'utenza turistici al fine di attuare politiche di promozione turistica mirate (giovani, sportivi, benessere, storia, anziani);
    - Evitare inutili sovrapposizioni per ottimizzare l'impiego delle risorse;
    - Destinare al sociale cervese quanto risparmiato mediante l'intervento del privato;
    - Stimolare gli imprenditori al miglioramento continuo, all'innovazione ed alla conoscenza

  8. Al fine di promuovere il massimo coinvolgimento possibile del territorio sul progetto, quali potrebbero essere a vostro giudizio idee innovative che ci consentano di veicolare la più ampia conoscenza dei temi trattati?

    - Pubblicazione di una "roadmap" sui quotidiani locali, a costi notevolmente inferiori rispetto a quelli sostenuti dall'Amministrazione per il Gazzettino di Cervia;
    - Avviare la navigazione gratuita via wi-fi da una pagina istituzionale che aggiorni sull'iniziativa;
    - Chiedere di fare un cenno all'iniziativa durante tutte le serate organizzate durante il periodo estivo;
    - Creare momenti di ritrovo con la cittadinanza che uniscano dibattito e momento di svago;
    - Creare una versione semplificata del questionario per coinvolgere maestre, alunni e loro famiglie;
    - Creare una partnership con le TV locali per discutere pubblicamente il progetto con gli altri amministratori del territorio circostante;
    - Creare una web-tv (a costi bassissimi) per proporre interviste alla cittadinanza, sondaggi e servizi sulla vita a Cervia;
    - Coinvolgere l'entroterra cervese con incontri, cene ed occasioni di dibattito in loco

  9. Eventuali osservazioni, commenti e suggerimenti.

    La speranza è che si voglia pensare a "Cervia Più" come ad un'occasione per immaginare una Cervia nuova, moderna, più agile ed attenta ai cambiamenti. Ci auguriamo che da ogni proposta, anche la più originale, si possa trarre uno spunto utile per creare sul territorio uno spirito nuovo, politico ma meno legato alla contrapposizione tra partiti. Fondamentale il coinvolgimento dei giovani, la corretta definizione degli obiettivi, l'aggiornamento costante dello stato dei lavori e la multicanalità attraverso la quale si possano realizzare partecipazione e condivisione.

lunedì 25 aprile 2011

GAMES | Brutal Legend per XBOX 360


Oggi ho messo in vendita su eBay il gioco Brutal Legend per XBOX 360: i tanti richiami al mondo dell'heavy metal classico di questo titolo mi avevano intrigato e divertito, poi però ho scoperto che alcune fasi di gioco si basano su un sistema gestionale/RTS (Real Time Strategy) che personalmente DETESTO. Pianificare le strategie, comandare le truppe, tenere d'occhio il campo di battaglia dall'alto sono sfide che non mi coinvolgono e non mi divertono, non mi gratificano e mi impegnano più di quanto voglio per un videogioco: constatare che Brutal Legend, dal quale mi aspettavo soprattutto azione spensierata e buona musica di sottofondo, si basa anche su queste meccaniche mi ha sorpreso, ed un pochino deluso. Quindi ho deciso di sbarazzarmene, per una sorta di risentimento personale, mettendolo all'asta a partire da un solo centesimo, per un periodo di cinque giorni. La spedizione mediante posta prioritaria, inoltre, verrà effettuata gratuitamente. Per chi fosse interessato, il gioco è in versione coreana con dialoghi in inglese e sottotitoli in italiano, l'inserzione è stata appena pubblicata qui.

SALUTE | I pericoli dell'acrilammide

Ho recentemente letto su Wired.it (una testata di cui mi fido, trovate l'articolo all'indirizzo http://daily.wired.it/news/ambiente/2011/04/22/cibo-acrilammide.html#content) che, nonostante le raccomandazioni degli anni scorsi, in alcuni alimenti sono stati riscontrati livelli troppo alti di una sostanza cancerogena, chiamata acrilammide. La cosa che mi ha spaventato è che all'interno dell'articolo non vengono citate fonti quali blog politicizzati o forum per i quali nessuno si assume responsabilità (e per questo terreno ideale per la coltura di allarmismi senza alcun fondamento scientifico), bensì organismi internazionali noti ed universalmente riconosciuti come seri ed autorevoli.

A scoprire il problema dell'acrilammide è stata l’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma. In un rapporto pubblicato pochi giorni fa, l'Efsa ha reso noti i risultati di una ricerca effettuata su campioni di prodotti alimentari raccolti tra il 2007 e il 2009. L’acrilammide è un composto chimico ritenuto nocivo perché ha proprietà cancerogene e genotossiche. E’ cioè in grado di spezzare e di alterare la catena del dna e dar luogo così a replicazioni cellulari sbagliate. Di solito si forma nei prodotti alimentari ricchi di amidi durante la cottura a temperature elevate, come la frittura, la cottura al forno e alla griglia. 

Secondo l'autorevole European Food Safety Authority, da quando nel 2002 è stata scoperta la presenza di acrilammide negli alimenti, l’industria ha cercato di escogitare modalità per ridurne la formazione negli alimenti. Poiché esso si produce durante i normali processi di cottura dei cibi, è probabile che la popolazione sia stata esposta all’acrilammide tramite l’alimentazione per un periodo di tempo considerevole. Per contribuire a ridurne i livelli di assunzione si possono adottare accorgimenti come seguire una dieta equilibrata e varia, ed evitare cotture eccessive. Tuttavia, la World Health Organization raccomanda che "food should not be cooked excessively, i.e. for too long or at too high a temperature. However, all food, especially meat and meat products, should be cooked sufficiently to destroy food poisoning bacteria".

Nel corso del periodo di monitoraggio gli esperti dell’Efsa hanno visto aumentare la presenza di acrilammide in due gruppi di prodotti: i crackers di tipo svedese e il caffè istantaneo, che consumo abitualmente. Mentre negli altri prodotti presi in esame il livello di acrilammide non è cambiato affatto. I livelli medi più elevati sono stati rilevati in alimenti quali le patatine e i succedanei del caffè, tra cui le bevande simili al caffè a base di cicoria o di cereali come l'orzoLe patate fritte (comprese le patate fritte a bastoncino), il caffè torrefatto e il pane morbido sono stati individuati come i prodotti che maggiormente contribuiscono all'esposizione all’acrilammide negli adulti.

Questa mattina ho inviato una mail a CONAD, dopo essermi registrato sul loro sito, per chiedere chiarimenti ed analisi su alcune linee di prodotto che potrebbero contenere acrilammide, come ad esempio l'ORZO & CAFFE' SOLUBILE: vi terrò aggiornati su eventuali risposte ufficiali e provvedimenti adottati.

domenica 24 aprile 2011

MUSICA | Recensione JANE - ETERNITY (2011)

Originariamente pubblicato su Metallized.it

Insieme ad Udo Lindenberg ed i Kraftwerk, i Jane costituivano una delle realtà musicali più importanti nella Germania divisa degli anni settanta ed ottanta. Alfieri di quel krautrock che avrebbe unificato e prodotto in varia misura forme musicali nuove, a partire dal rock progressivo o dalla musica elettronica tedesca, fino a contribuire alla nascita ed evoluzione della musica Ambient e New Age. Tour nazionali ed internazionali e venticinque tra LP, CD e DVD (per un totale di due milioni e mezzo di copie vendute) sono la testimonianza della creatività e della popolarità della musica proposta dalla band. In seguito a numerosi cambi di line-up ed orientamento stilistico, il fondatore, compositore principale ed arrangiatore, il tastierista Werner Nadolny, decide nel 2007 di dare alla band il nome di Werner Nadolny's Jane, per ricondurre sotto la propria egida il suono della band alle origini, senza compromessi né concessioni alle mode del momento. I due tastieristi presenti nella formazione attuale (Doctor Bogarth e lo stesso Nadolny) ben sottolineano il ruolo predominante dello strumento all'interno delle lunghe trame create dal gruppo, e con esso la volontà di riprendere un percorso coerente con le proprie radici, anacronistico e per questo coraggioso ed a suo modo originale. A condire il piatto si aggiunga l'interesse di Nadolny per la numerologia, secondo Pitagora “essenza di tutte le cose”, che ritroviamo nei continui rimandi dell'album al numero sette.

Eternity si apre dunque con un trittico di una solarità assonnata, propria del momento del risveglio, perfetto per una calda mattina di aprile come quella che accompagna il nostro attento ascolto. BeautyProsperity e Media sono i tre atti, tra loro separati e ben identificabili, di una canzone dai sapori seventies, tra sonorità Hammond e chitarre elettriche di quella distorsione rilassata, tra EaglesGenesis e Supertramp, che riporta alle mente i primi, timidi esperimenti con le tecnologie. Tempi dilatati da intermezzi di tastiere, suoni elettronici di straordinario calore, esecuzione compassata, sono le tinte vivide di una canzone di quasi quindici minuti che, dopo un avvio interlocutorio, lambisce sonorità rock mature ed articolate, tra House Of Lords eWinger più sperimentali. Tutto estremamente tranquillo e di gran classe, un Gran Turismo rock di una musicalità accessibile e corale, di una ricercatezza delicata e solo apparentemente superficiale, soprattutto nella finale ed orecchiabile Media, a comporre un brano metereopatico che trova in una bella giornata il complemento ideale della propria freschezza. Circle Of Hands, cover degli Uriah Heep, si innesta alla perfezione nell'elaborato musicale intrapreso, al punto da risultare un'ideale continuazione del Trittico che l'ha preceduta. Today is only yesterday's tomorrow è una conclusione crono/filosofica alla quale ero giunto anche io diversi anni fa, ma cantata dall'intenso Torsten Ilg, che accompagna con i propri vocalizzi un finale strumentale di assoluta raffinatezza, fa -diciamolo- tutto un altro effetto. 

Pur senza premere sull'acceleratore, il sestetto acquisisce progressivamente sicurezza e tono, mettendo un primo, timido passo, in territorio hard rock con la successiva Borrowed Time, assai orecchiabile ma poco radiofonica per via della lunghezza impegnativa (oltre i sette minuti, come il resto delle tracce). La canzone è un microcosmo a sé nel quale chitarra ritmica, ride in quattroquarti e chorus anthemico danno vita ad un vero e proprio spettacolo, quasi un musical: l'assolo che segue è una canzone nella canzone, all'interno della quale si intrecciano cori gregoriani, tastiere sussurrate che poi spiccano il volo e riff di chitarra parossistici, secondo una progressione molto ben riuscita, calibrata nella successione dei momenti e capace di conferire un'evidente identità. La capacità di muoversi con agilità all'interno di composizioni lunghe, che non risultano mai noiose né inutilmente sovrastrutturate, è la sorpresa più interessante dei Jane del ventunesimo secolo; banalissima dimostrazione che la classe non è acqua, e certi valori, se riproposti con onestà e convinzione, conservano la loro consistenza anche a distanza di anni. Eternity contiene canzoni che assumono la responsabilità della propria estensione, che ne sopportano con autorità il peso, e che sanno ciascuna costruire, nel fluido succedersi dei secondi, il racconto intenso proprio del cortometraggio. Space Waters è in questo senso cinematografica, capace di raccontare un complicato turbinio di sentimenti e stati d'animo, dal dramma profondo alla speranza della rinascita, dall'inverno alla primavera, dal torpore dell'anima alla progressiva presa di coscienza, dallo scorrere impetuoso di una cascata al battito d'ali di una farfalla, descrivendo ogni momento con attenzione e sensibilità. Tra Alice in Wonderland e la colonna sonora del telefilm Wonder Years (Blue Jeans, in Italia), le acque di Space Waters sono di una potenza struggente ed appassionata: la canzone cresce poco a poco con naturalezza verosimile, a conferma di una sensazione di onestà che ogni traccia sa di dover comunicare.

Il minutaggio serve e non è aggiunta inutile. Tutto conta per creare l'illusione di un crescendo consapevole e regolare, di uno sbocciare di note e colori tra le trecce di un assolo, per un ascolto che può essere attento e disinvolto al tempo stesso, e si presta ad una pluralità di letture. Quella di Werner Nadolny e soci è una classe che conquista, un ascolto che impegna e riappacifica, di una dolcezza non melensa capace di toccare, attraverso una produzione non troppo affettata, le corde più profonde e sensibili. Stessa magia in Roses On The Floor, nella quale una ritmica semplice e lenta non impedisce un forte coinvolgimento, una proiezione emotiva ed un'attesa partecipe in capo all'ascoltatore: come nelle canzoni che l'hanno preceduta, bisogna dare il tempo alle cose per farle succedere. Ancora una volta, le aspettative non vengono tradite: tutto suona estremamente cadenzato e scandito dai timpani e dalle percussioni tribali delle battute iniziali, per poi innestarsi in una ritmica che fa quasi tenerezza quanto è elementare ed ingenua, ad introdurre l'ennesimo assolo di una spontaneità che si farebbe quasi un torto a raccontarla, anch'esso parte della narrazione e non semplice riempitivo.A Little Big While è davvero una chiusura straordinaria: coerente con l'impostazione dei brani che l'hanno preceduta, aggiunge ritmo ed orchestrazione, corpi e profumi e voci femminili, per lasciare all'ascoltatore una sensazione di vitalità, voglia di rialzare il capo e provocare il cambiamento.

Davvero curiosa ed illuminante la riproposizione a fine tracklist di tre brani in versione “radio-edit”: Borrowed Time e Triptych in particolare dimostrano tutta la loro validità e freschezza anche così condensate, in una silhouette più snella che nulla a toglie alla bellezza delle composizioni, a riprova di un materiale musicale valido qualunque sia la forma, commercialmente radiofonica o più autoriale, nella quale viene proposto. Risvegliarsi, stare ed emozionarsi insieme, vittime di una solarità accecante: Eternity è una trama fitta e robusta, un biglietto di sola andata, con la carica magica di quei vinili le cui etichette, lanciate vorticosamente a 33 giri al minuto, sembravano fatte apposta per ipnotizzarti e condurti per qualche attimo fuori dal Tempo. 

Voto: 81/100

MUSICA | musicoogle.com


Oggi vi voglio segnalare un sito al quale faccio spesso riferimento per ascoltare un po' di nuova musica: l'indirizzo è http://musicoogle.com e si tratta fondamentalmente di un blog, dalla struttura grafica molto semplice ed accessibile, nel quale vengono segnalati con regolarità diversi album (di qualsiasi genere musicale), con relativi link per il download gratuito. Di particolare interesse la disponibilità di versioni rare (es. giapponesi, Deluxe, con scansioni del libretto interno) dello stesso disco, spesso offerto sia in formato compresso (MP3) che non compresso (FLAC, APE). Per riprodurre tutti i file audio vi consiglio un lettore gratuito ed universale come VLC MEDIA PLAYER, che scaricate da www.videolan.org/vlc

Apprezzo particolarmente http://musicoogle.com non solo per la possibilità di scaricare musica (i link sarebbero comunque reperibili con Google aggiungendo i termini rapidshare, megaupload o torrent al titolo nel box di ricerca), ma anche perchè aiuta a conoscere ogni giorno cose nuove, segnalando con puntualità tutte le più recenti uscite in ambito metal, rock, disco, jazz, ambient... Inoltre faccio un utilizzo particolarmente "responsabile" del sito, cancellando immediatamente gli album che dopo l'ascolto non mi soddisfano, ed acquistando su eBay (ad un prezzo medio che all'estero non supera i 10€) cià che mi è piaciuto e mi interessa conservare in originale, nel tripudio della tecnologia digitale del Compact Disc. Credo si tratti di un comportamento che definirei molto prossimo alla legalità, se non legale al 100%, grazie al quale ho acquistato - sostenendoli - dischi di gruppi che altrimenti non avrei mai potuto conoscere, nè valutare.

Nel caso voleste cimentarvi con qualche download, segnalo che tutti i siti di hosting ai quali musicoogle.com rimanda offrono due distinte tipologie di servizio: una a pagamento (generalmente identificata come Fast Download, che prevede la sottoscrizione di un abbonamento a tempo) ed una gratuita (Slow Download), alla quale potrete accedere dopo un'attesa che può protrarsi mediamente dai 30 secondi al minuto.

VOLONTARIATO | Servizio di Pasqua con la Croce Giallo Blu

Questa mattina sveglia di buon'ora alle 6, per raggiungere la sede della Croce Giallo Blu di Cannuzzo di Cervia e ripartire alla volta di Gatteo Mare (FC), dove si è svolta una gara ciclistica organizzata dalla A.S.D. Riviera Azzurra di Cesenatico (FC). Momenti di tensione alla partenza, perchè a causa della pioggia e del fondo scivoloso Alex, io e la dott.ssa Veronica Pasini - che ci accompagnava - abbiamo temuto il verificarsi di incidenti. Per fortuna che gli atleti hanno moderato la velocità, forse anche a causa della prudenza che raccomandavamo effettuando periodici passaggi con l'ambulanza Cervia11, riuscendo a tagliare il traguardo tutti sani & salvi. A fine corsa non sono mancate le polemiche tra ciclisti per i vari piazzamenti, ma questa è un'altra storia. Ora giusto il tempo di togliere la divisa, e poi via a Milano Marittima per il pranzo pasqwale in famiglia.

VOLONTARIATO | Presentazione della Croce Giallo Blu Cervia


Attività dell'Associazione
Croce Giallo Blu Cervia
Cannuzzo di Cervia

La Croce Giallo Blu, membro attivo della Consulta del Volontariato di Cervia, può contare su due ambulanze FIAT DUCATO / VISION e su di un terzo veicolo MERCEDES VITO per trasporti speciali donato dalla ditta FOCACCIA SOLUZIONI DI MOBILITA' di Cervia (RA), che si affianca alla Fiat Tempra attualmente utilizzata per esigenze di mobilità che non richiedono l'utilizzo dell'ambulanza.

L'automezzo MERCEDES VITO, di immatricolazione recente ed in eccellenti condizioni di manutenzione, è stato scelto per le doti di robustezza versatilità ed affidabilità che dimostra in qualsiasi settore e tipo di impiego. Il trasporto passeggeri è il punto di forza del Vito che, grazie alla configurazione versatile dei sedili, offre spazio a sufficienza per un massimo di nove persone: il mezzo è inoltre facilmente manovrabile, grazie al diametro di volta di soli 11.8 metri, analogo a quello di un'autovettura. Grazie a questo nuovo compagno di avventura, la Pubblica Assistenza Croce Giallo Blu proseguirà il cammino tracciato dal nuovo Consiglio Direttivo, che ha sempre posto tra le sue priorità quella di fornire un ventaglio più ampio di servizi: poter contare su un mezzo dal comfort elevato, in grado di trasportare un numero considerevole di persone, ci permetterà infatti di introdurre una serie di nuove iniziative per il territorio cervese, secondo un concetto di "mobilità sociale e solidale" che rappresenta il nostro principale campo d'azione.

Grazie all'impegno di volontari e sponsor, l'associazione svolge regolarmente servizi di supporto emergenze, taxi sanitario per conto della P.A. Città di Ravenna, pronto farmaco, assistenza ad anziani ed ammalati, primo soccorso in occasione di manifestazioni sportive e culturali. L'anno 2009 ha visto l'inaugurazione della nuova sede di Cannuzzo, la partecipazione alla Festa del Volontariato, l'organizzazione di "serate etilometro" a Milano Marittima e di un concerto per la raccolta fondi patrocinato dall'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Cervia. L'anno 2010 ha visto invece un importante ampliamento dell'organico, con la formazione di 14 nuovi volontari operativi su entrambe le ambulanze. Particolare importanza viene data alle attività di prevenzione e sensibilizzazione, che si sviluppano in collaborazione con i principali organi di stampa locali e sul sito istituzionale www.crocegialloblu.it

Nei primi giorni del 2011 l'associazione ha pubblicato alcuni significativi numeri relativi ai servizi svolti l'anno passato dall'associazione. Li riportiamo di seguito:

TURNI DI TAXI SANITARIO CON AMBULANZA: 235
ORE DI SERVIZIO IN AMBULANZA: 1082
PAZIENTI TRASPORTATI: 811

TRASPORTI EFFETTUATI CON AUTO: 79
ORE DI SERVIZIO CON AUTO: 158
PAZIENTI TRASPORTATI: 79

ASSISTENZA SANITARIA IN MANIFESTAZIONI: 79
ORE DI SERVIZIO NEL CORSO DI MANIFESTAZIONI: 316

ATTIVITA' DI AUSILIO AL 118 ROMAGNA SOCCORSO
NUMERO DI SERVIZI EFFETTUATI: 4
ORE TOTALI DI SERVIZIO: 15
PAZIENTI SOCCORSI: 5

SERVIZI DI PREVENZIONE SVOLTI: 7
TOTALE ORE PER SERVIZI DI PREVENZIONE: 21
PERSONE CHE HANNO USUFRUITO DI CONTROLLI GRATUITI: 175

TOTALE SERVIZI SVOLTI NEL 2010: 404
TOTALE ORE DI SERVIZIO: 1592
TOTALE PERSONE ASSISTITE: 1070

Particolare attenzione viene posta alla gestione corretta dell'associazione e delle sue risorse: il presidente Gaetano Mengoni ed il consigliere Marco Soprani hanno frequentato il 100% delle lezioni previste dal corso “Gestire l'Organizzazione di Volontariato” tenutosi presso i locali del centro Per Gli Altri di Cervia nei mesi di Febbraio e Marzo, in modo da essere informati sulle più recenti disposizioni normative e sulle migliori pratiche organizzative previste in Italia per le Onlus.

Alla luce dei lusinghieri risultati ottenuti e di un'attività che nel corso del 2010 non ha conosciuto soste, l'auspicio per il 2011 è quello di crescere ulteriormente, sia nel numero di volontari attivi che nelle ore di servizio effettuate. A questo proposito, abbiamo recentemente portato a termine il Corso gratuito per Soccorritore 2011, realizzato con la collaborazione di 118 Romagna Soccorso, Centro Servizi per il Volontariato, ditta Bortolotti e Comitato per la Sicurezza Stradale, in un'ottica di collaborazione e condivisione delle esperienze che ci è particolarmente cara.

Tra gli obiettivi perseguiti dal Consiglio Direttivo dell'associazione vi è infine quello di portare a conoscenza dei cittadini di Cannuzzo e Pisignano, che ci ospitano, le attività svolte dalla Croce Giallo Blu. In quest'ottica l'associazione ha organizzato, in data 16 Dicembre 2009, una cena presso il Centro Sociale di Pisignano e Cannuzzo che, pur vedendo la partecipazione di quasi cento ospiti, non ha coinvolto i cittadini del posto come sperato. E' quindi nostra volontà quella di richiedere ulteriori occasioni di incontro con la Comunità per ascoltarne le esigenze e meglio rispondere alle sue aspettative.

A disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento, e ringraziando per l'opportunità che ci è stata data di presentare le nostre iniziative, saluto cordialmente.

Dott. Marco Soprani
Relazioni con il Pubblico
Croce Giallo Blu Cervia

sabato 23 aprile 2011

SPORT | Una perfetta giornata di sport (in TV)

Grande soddisfazione oggi, da tifoso romagnolo e telespettatore, per la vittoria del Cesena a Bologna (2-0, con l'attesissimo ritorno al gol del nostro Dominique "Mimmo" Malonga) e della nazionale di hockey su ghiaccio ai mondiali di 1a divisione, appena conclusi a Budapest (voli economici Wizzair da Forlì ed alberghi lussuosi a basso prezzo, a proposito). Il Cesena, alla luce delle sconfitte di Catania e Brescia, può guardare al finale di stagione con entusiasmo: seguire la squadra in occasione del suo ritorno in serie A, dalle amichevoli estive al debutto con la Roma, fino all'emozionante finale di stagione, ha scandito le settimane ed i mesi, facendoli davvero "volare": per questo mi auguro di poter rivivere la stessa esperienza anche l'anno prossimo. Bellissima prova anche quella della nazionale di hockey, che ha agguantato il gol della vittoria contro l'Ungheria con un gol in overtime, giocato in quattro contro quattro dopo il pareggio per 3-3 durante i tempi regolamentari. Palazzetto dello sport di Budapest stracolmo di tifosi ungheresi, bellissime ragazze sparse tra il pubblico, atmosfera incandescente ed una grande Italia, che ha lottato col cuore. L'anno prossimo i mondiali, quelli veri, si disputeranno in Svezia e Finlandia, potrebbe essere l'occasione giusta per visitare almeno uno di questi due Paesi, no? Un'ultima considerazione sulla programmazione di RaiSport. Lodevole il fatto che seguono gli sport minori e che trasmettono gratuitamente sul digitale terrestre, però l'organizzazione e la comunicazione di questo canale sono a livelli di TV locale: i collegamenti cominciano quando le partite sono già iniziate, la guida TV pubblicata online raramente coincide con l'effettiva programmazione, i telecronisti non informano sulla programmazione futura e durante gli intervalli vengono trasmessi spezzoni di programmazione, bruscamente interrotti per far spazio alla pubblicità. Insomma, tanta disorganizzazione e scarsa idea di professionalità e programmazione. In tipico Rai-style. Ora su History Channel danno un documentario sulle origini dell'elettroshock, con i primi esperimenti effettuati in Italia su cani e conigli.

giovedì 21 aprile 2011

Recensione | GOTTHARD - BEST OF BALLADS PART II (2010)



Originariamente pubblicato su Metallized.it

Il 5 ottobre 2010, Steve Lee, cantante, leader e fondatore del gruppo è deceduto a causa di un incidente motociclistico negli Stati Uniti. Un mezzo pesante lo ha trascinato sulla strada dopo che il gruppo con cui circolava si era fermato a bordo corsia. Steve era intento ad indossare il giubbotto impermeabile (da Wikipedia).

Steve era intento ad indossare il giubbotto impermeabile. Cazzo, la vita. Passino l'incidente motociclistico e gli sport estremi, passino le malattie, passino i disastri naturali. Ma se pur chiamandoti Steve Lee ed avendo venduto più di due milioni di dischi in tutto il mondo, muori travolto da un camion mentre ti metti l'impermeabile -non riesco a pensare ad una circostanza più dannatamente banale- allora tu che rimani devi davvero fare un respiro profondo, inventarti ogni giorno un modo nuovo per dare valore alla vita e renderti conto di quanto sei infinitamente piccolo.

Posticipato per problemi relativi alla produzione della versione digipack, questo Heaven - Best Of Ballads - Part 2 vuole rappresentare, nelle lodevoli intenzioni di Nuclear Blast, un modo per "aiutare i fan a convivere con il vuoto" lasciato dal sopracitato frontman svizzero. La compilation contiene 17 tracce, solo una delle quali inedita (What I Am, omonima dello splendido brano diEdie Brickell, ricordate?) e due riproposte in versione acustica originale (Have A Little Faith eFalling). L'ascolto, diciamolo subito, è emotivamente impegnativo, soprattutto per i fan della band, dato il tenore "ballad" delle canzoni ed i ricordi che un cantato caldo ed appassionato sono in grado di evocare, con disarmante facilità, in più di un passaggio. La struttura ricorrente dei brani, che spesso si aprono scommettendo sulla sola, splendida, voce accompagnata da una chitarra acustica, fanno riflettere su quanto fosse proprio il cantato di Steve a "fare i Gotthard", e non ci si può non interrogare su quale sarà il cammino che i musicisti superstiti vorranno intraprendere. La scelta di realizzare una compilation di ballad contempla il rischio di proporre una (lunga) serie di brani che finiscono per assomigliarsi per atmosfere, strutture e scelta dei suoni, per cui il senso di appagamento dato dal possesso del cd sfiora, per convergenze parallele, quello di una certa ripetitività di fondo: i brani scelti, inoltre, si riferiscono -tranne rare eccezioni- ad un arco temporale piuttosto circoscritto (dal 2005 di Lipservice al 2009 di Need To Believe, periodo di maggior successo internazionale della band), per cui sarebbero avventate ed inopportune considerazioni critiche su evoluzione del songwriting o delle scelte stilistiche adottate. Caratteristiche comuni ad ogni traccia, bisogna sottolinearlo, sono comunque il gusto e la misura europea, l'esperto soppesare gli elementi, la capacità di creare un'atmosfera che, per quanto circolarmente simile a se stessa, si avverte come tangibile e densa. Steve è sempre sugli scudi (con la possibile eccezione di Nothing Left At All, svogliata e prevedibile) e l'impressione generale è quella di una squadra ben affiatata di musicisti al suo servizio, pronti a valorizzarne il talento con garbati tocchi di classe.

La title-track Heaven ci consegna sin dalle prime battute una tonalità avvolgente, dolce e crepuscolare, e sembra quasi di cogliere i profumi della brezza marina, mentre ci si immerge nell'ascolto: "from the ashes to the sky" è un passaggio che arriva dritto dritto al cuore e, anche senza voler indugiare sulle vicende della band, fa pensare alla caducità delle cose umane, ai cambiamenti ai quali dobbiamo adattarci, alle rinunce alle quali siamo costretti ed al pensiero di Qualcosa di più grande, che affascina e spaventa al tempo stesso. What I Am, unico vero inedito, è un brano carico di espressività e di colori, che confonde l'intero progetto Gotthard con la voce di Steve: professionale e quadrata, a scapito di una minore capacità di coinvolgere, è una canzone-spot dalle tinte forse troppo accese, come certi quadri per turisti in vendita a Trinità dei Monti. Where Is Love When It's Gone, che può permettersi il lusso di osare un suono di fisarmonica senza risultare pacchiana, è una Have You Ever Seen The Rain al maschile, più soffusa ed umbratile, con un testo sul concetto di mancanza (di una voce, di un amico, di un pensiero) capace di commuovere senza artificio. Need To Believe è il tipo di ballad che gli svizzeri sanno fare meglio: tensione palpabile e corale potenza sostengono una canzone dinamica sempre capace di rinnovarsi, con un equilibrio alchemico tra strofe arpeggiate ed un ritornello che vorresti non finisse mai. One Life One Soul risale invece al 1996, ma viene qui proposta in chiave acustica: parentesi romantica e delicata, forse addirittura incolore per i meno sensibili, ma ugualmente gradevole nella sua forma asciutta e composta. The Call, al pari diNeed To Believe, conferma la volontà discografica di riservare alla parte centrale del dischetto i momenti più trascinanti. Corale ed orchestrata, in una parola completa, la canzone sposa con maestria arpeggi, riff di chitarra e sottofondi di tastiera, realizzando quel generale senso di elvetico equilibrio così difficile da agguantare prima, e mantenere poi. Don't Let Me Down si apre con un'intro riservata come sempre alla voce, capace di creare davanti ai tuoi occhi un'immagine invernale di paesaggi grigi, superfici vetrate lambite dalla pioggia, e camini accesi. E poi arriva la scossa alla Aerosmith, con la band che esce prepotentemente allo scoperto con tempismo perfetto, riuscendo a cogliere e valorizzare ogni elemento del brano. Unconditional Faith è ammiccante ed intrigante, atmosferica al pari di Dead Or Alive di Bon Jovi, con una linea di basso che prende all'amo l'ascoltatore e non lo molla: luminosa e rassicurante come un abbraccio, onesta come il miglior amico, anelata come il ritorno a casa, questo episodio tratto daNeed To Believe è la sferzata emotiva necessaria per proseguire l'ascolto con spirito scosso, ma rinfrancato nella voglia di guardare avanti. Have A Little Faith, anch'essa rielaborata in chiave acustica, è straordinariamente fisica e dettagliata: solo voce e piano sulla scena, a fondersi in un'interpretazione sofferta e partecipe, che costituisce il ricordo più schietto di chi non c'è più. La successiva Tears To Cry è forse l'ultimo vero ruggito, con onde di archi struggenti addomesticati da una ritmica tirata ed inarrestabile, elegantemente bass-driven, con continui rimandi tra cori che mantengono alta l'attenzione, senza stancare. Everything I Want e I've Seen An Angel inaugurano la parabola emotiva discendente che ci porterà ai titoli di coda: voce e chitarra sono come sempre esenti da critiche, ma le canzoni di per sè assumono una levità allaDef Leppard poco congeniale non solo alla band, ma anche al senso di questa raccolta. Frettolosi nel servire il chorus, meno ispirati e trascinati svogliatamente fino alla fine, entrambi gli episodi costituiscono un artificioso allungamento del quale si poteva fare a meno. Con Tomorrow's Just Begun torna di nuovo a sorgere il sole, con una progressione voce/chitarra/basso/batteria/tastiere che suona convincente, per quanto dal sapore neomelodico italiano in qualche sfilacciamento di troppo: "just remember you can find me here" fa venire la pelle d'oca, ed umetta pure l'occhio. Falling sfiora le stesse corde, infierisce quasi: acustica, corale, intima... ma anche blanda e ripetitiva come la successiva Another Goodbye, che trova nella brevità e nella semplicità il suo tratto più spontaneo. Menzione particolare, infine, per la bellissima Merry X-Mas, forse una delle canzoni "di Natale" meno "di Natale" (leggi: banalotte) che mi sia capitato di ascoltare: guardata inizialmente con diffidenza, si rivela invece uno splendido episodio capace di tratteggiare in crescendo un Natale universale, fuori dal tempo e straordinariamente vero, con un retrogusto delicatamente amarognolo da ballata folk irlandese.

Recensire un qualsiasi prodotto che rechi il logo Gotthard è un privilegio, per la possibilità di esprimere una valutazione su una delle band che hanno rivitalizzato, con classe, la scena hard-rock contemporanea. L'atteggiamento deve essere prudente ed attento, ma anche schietto per il rispetto che si deve tanto al fan quanto al comune lettore. Personalmente, considero un album molto di più che la somma delle canzoni che lo compongono, proprio perchè è l'impressione finale generale, a qualche minuto dall'ennesimo ascolto, ad affascinarmi, e della quale amo scrivere. Trattandosi di una compilation, per di più "postuma", è evidente che a queste valutazioni si deve concedere un peso relativo, attenuato, perchè da questo punto di vistaHeaven non si pone come percorso ragionato, ma come cruda operazione che dobbiamo avere il coraggio di definire commerciale (prezzo medio superiore alle 40.000 lire, che rende meglio l'idea) e realizzata sull'onda emotiva che si è scatenata da quel maledetto 5 Ottobre. Il mio consiglio è dunque quello di procedere ad un ascolto casuale delle varie tracce, in modo da ricercare -saltando da un brano all'altro- la combinazione perfetta tra ritmo ed introspezione che in sede di mastering non è stata a mio parere meditata. Ancora meglio, ed in virtù della qualità soltanto media dell'inedito qui proposto, procuratevi Domino Effect e Need To Believe, ad un prezzo complessivo che con ogni probabilità sarà equivalente a quello di questa raccolta. Avrete una visione più organica e varia di quanto maestoso è stato il contributo artistico di questi musicisti, provenienti dalla piccola Svizzera Italiana.

Il 5 ottobre 2010, Steve Lee, cantante, leader e fondatore del gruppo è deceduto a causa di un incidente motociclistico negli Stati Uniti. Un mezzo pesante lo ha trascinato sulla strada dopo che il gruppo con cui circolava si era fermato a bordo corsia. Steve era intento ad indossare il giubbotto impermeabile. 


Voto: 78/100

mercoledì 20 aprile 2011

Nel 1987 avevo 14 anni, cominciavo a guidare il Sì Piaggio di mia nonna, ed almeno una volta all'anno (generalmente a Ferragosto) mi toccava andare in discoteca, abbigliato con camicie fiorate ed altri vestiti improbabili, per fingermi più grande, non fare l'asociale e non deludere le aspettative dei miei genitori, che mi volevano socialmente più inserito e mi mettevano in guardia dai pericoli di una vita condotta seguendo i propri interessi. Se non vai, finisce che non ti chiameranno più, in sostanza. E così ricordo con un misto di auto-compassione e simpatia, per quanto il metallaro che albergava incosciamente in me fosse oggettivamente fuoriposto in quel frangente, l'estate del 1987 durante la quale, alla discoteca Thai (ex Papagayo) di Milano Marittima veniva suonata questa canzone. Opera di un gruppo inglese, che successivamente non avrebbe prodotto altro di minimamente rilevante, Just To Get By mi è sempre rimasta impressa e solo alcuni fa, grazie alla consulenza del dj Gianluca Righi, sono riuscito a rintracciarne titolo ed esecutore. Poi ho trovato il singolo su un sito di vinili rari, l'ho ordinato e l'ho trasferito da disco su computer, per poterlo riascoltare comodamente... e rivivere per qualche momento quelle fioratissime estati degli anni '80.

Recensione | SECRET SPHERE - SCENT OF HUMAN DESIRE (2003)


Originariamente pubblicato su Metallized.it

La copia in edizione limitata e numerata di Scent Of Human Desire in nostro possesso costituisce una riedizione, a cura della polacca Metal Mind Productions, del terzo album della band di Alessandria, all’esordio nel 2003 con la major Nuclear Blast dopo due uscite con Elevate Records. Attivi dal 1997, i Secret Sphere sono qui definiti “power metal heroes”, anche se le molteplici influenze che ne colorano gli sforzi musicali -da Dream Theater ad Helloween, con tutto quello che ci sta allegramente in mezzo- ne fanno una realtà più sfaccettata e sfuggente alle classificazioni. Il disco ben riflette queste pulsioni, queste spinte in direzioni tanto diverse, e lungo l’ora di ascolto non è sempre facile identificare la visione artistica perseguita dai piemontesi.


Classificare è di per sè impegnativo ed insidioso: l’idea di limitare, confinare, codificare, ordinare sembra infatti stridere con la libertà espressiva della quale l’artista dovrebbe poter godere. ISecret Sphere di otto anni fa sembrano però esasperare la volontà di fondere modern metal con parti classiche, di sensibilità tipicamente italiana, al punto che già dalle prime tracce si perdono i punti di riferimento: in un cantato che ricorda Vision DivineDomine e pure gli Starbreaker di Fabrizio Grossi, si confondono ritmiche aggressive e velleità sinfoniche, in un fluire a tratti disordinato e di gusto barocco, che difficilmente si traduce in un’espressione musicalmente compiuta. Nei 1,2 millimetri di spessore del compact disc è stipato un po’ di tutto, dal drumming con doppia cassa ad assoli di gusto spiccatamente heavy, cori quasi hard rock ed incaute atmosfere alla Smoking In The Boys Room, per un amalgama che -a volte bombastico e confuso nella riproduzione su disco- trova probabilmente nella sede live l’espressione ritmica più sanguigna e vitale. Virgin Street 69, ad esempio, è puro estratto di glam, ma di quel pacchiano italianissimo e tenero, cattolico e timido che non trasuda malizia, né sottile ammiccamento. I versetti femminili soft-core sono patetici, di una scontatezza -quella sì- imbarazzante, e fanno sorgere più di un dubbio su quello che i Secret Sphere hanno intenzione di fare con la loro innegabile capacità, e col nostro tempo. E poi ancora archi e cori, per celebrare la Festa dell’Addizione e l’improbabile accozzaglia che ne scaturisce, e per la quale non si avverte l’esigenza di scrivere a casa. 


Se a tratti sembra che la band trovi progressivamente un equilibrio, uno stato di forma che porta a contenere gli eccessi, a tralasciare l’ostentazione poliedrica ed a mirare al sodo, puntando ad una dimensione più europea che italiana, per contro brani come SurroundingDesireRunaway Train e Scent Of A Woman inducono a riflessioni ulteriori e sofferte su profondità, visione e maturità artistica. La prima è un mid-tempo variopinto, di matrice chiaramente metal ma sospeso tra le identità, con melodie corali anni settanta ed un inutile intermezzo prog che fa molto Area, incapace per mancanza di personalità di spiccare il volo e di trasformarsi in una forma di vita autosufficiente. È come se la canzone trovasse un suo percorso solo nel finale, un divenire sofferto che trova il suo significato negli ultimi istanti, e che fa dunque sorgere una perplessità sulle indecisioni dei primi minuti. Desire è una ballad svogliatissima e scontata, priva di ritmo e carente sotto tutti gli aspetti, e sembra quasi di percepire la noia dei musicisti nel suonarla.Runaway Train è invece indecifrabile, tra le atmosfere cinematografiche di Operation Mindcrime, slanci socialisti, mitragliate di doppia cassa, rassicuranti aperture tastieristiche ed assoli in allegro levare, affinchè il tutto non risulti troppo tetro o cavernoso. L’impressione è quella di un patchwork soffuso o solare, a tratti pimpantissimo o lagnosetto, poco coraggioso e raramente capace di toccare la corda giusta, umanamente più profonda ed autentica: molte canzoni superano inutilmente i cinque minuti, senza che il tempo concesso serva a scoprire qualcosa di più, e di diverso. 


Disco di continue premesse, e rare conclusioni, di ricerca e di indulgente transizione, Scent Of Human Desire è una bellissima crisalide, perfino unica nel panorama metal italiano, da valutare in prospettiva. Le canzoni proposte, così come sono, lasciano infatti poco spazio all’immaginazione, non sono evocative, tratteggiano senza creare la sfumatura, tentando accostamenti bizzarri ma poco convincenti. Più riuscita e diretta è Still Here, aggressiva ed oscura, veloce e coerente, tiratissima senza cali di tensione: i toni acuti dei chorus sono bilanciati da una strofa intrigante, da un bridge corale nei punti giusti che crea il pathos prima del ritornello. Ed ancora 1000 Eyes Show, che nonostante l’intro neomelodica italiana, è imprevedibile e sincopata, forte e delicata nelle anime che, avvicendandosi, la compongono. Il lavoro dei Secret Sphere può qui dirsi sinfonico, seppur disorganico, nell’ardito susseguirsi dei momenti musicali, nell’indugiare ruffiano per creare l’atmosfera, nell’approccio che troppo poche volte può dirsi davvero sobrio e asciutto: la bellezza fragile nella voce di Nadia Lanfranconi(More Than Simple Words) e l’alba luminosa nelle note nude di una chitarra classica (Walking Through The Dawn) sono piccole perle che emozionano e coinvolgono con misura, forti di un arrangiamento armonioso e funzionale, forti di una semplicità dalla quale bisognerebbe saper ripartire. Nell’assolo di Daylight, al contrario, si susseguono suggestioni a cavallo tra la devastante Crucify degli Almighty, i PFM e l’honky-tonky. Giusto per non farci mancare nulla. E dire che sarebbe così schifosamente semplice coltivare una sola idea, purché azzeccata, e girarci vorticosamente attorno.


Pur apprezzando la volontà della band di proporre qualcosa di diverso, rimane comunque il dubbio che l’ambito metal, pur con tutte le sue recenti contaminazioni e commerciali imbastardimenti, poco si presti a questo genere di derive. A confermare una certa confusione d’intenti citiamo la bonus track Kings Of Metal (Manowar): scialba, filologicamente troppo corretta, profondamente incompresa, e perfino noiosa nella versione tricolore. Inascoltabile, infine, la traccia segreta messa lì per motivi che sfuggono all’umana comprensione, e si perdono nell’allusività pericolosa delle sue risate campionate. 

Voto: 65/100